
Scegliere o adattarsi, questo è il dilemma. La Roma si è sempre adagiata sulle volontà della squadra, a volte hanno scelto gli attaccanti e altre i difensori su come stare in campo. Meglio un modulo, meglio un altro: sempre così, Bravi tutti gli allenatori che, in questi anni, hanno capito che non era il caso di andare avanti ad oltranza sul propri principi, cambiando in corsa gli eventi. Dal primo Spalletti, dall'integerrimo Zeman e poi da Rudi Garcia, pian piano è sparita la difesa a quattro. Non se ne parla più. Dimenticata, prescritta. Addio.
[...] Dal secondo Spalletti, passando per Eusebio Di Francesco, a Fonseca e Mourinho. A tre si difende meglio e poi il modo per far male agli avversari si trova, questo il principio di ieri e di oggi, di quasi tutti coloro che si sono seduti sulla panchina della Roma. Poi De Rossi e l'idea di Juric, anche se il fallimento del croato non è certo dipeso dal numero dei difensori.
Ci ha pensato Ranieri poi ad aggiustare le cose, ma lasciando lo status quo: i tre difensori, ormai un marchio di fabbrica. Ora tocca a Gasperini, ma il processo si è invertito. Non dovrà adattarsi lui, perché il suo modo di proporre calcio parte proprio dalla difesa a tre. Gasp la propone da sempre, da Palermo fino a Crotone, passando per il Genoa e per ultimo all'Atalanta. La Roma i tre difensori li ha digeriti da tempo e ha scelto l'allenatore giusto per continuare in quella direzione. Stavolta senza forzature. Si gioca a tre, punto. Lo vuole Gasp, non (più) i giocatori. E il mercato avrà una base tattica da cui partire. Non è poco.
(Il Messaggero)