
Era stato appena nominato presidente della Roma. E il 4 giugno 1935 Antonio Scialoja rilasciava un’intervista al Littoriale. Tra le altre cose, diceva: «Sono stato calciatore. Con mio fratello Vittorio sono stato tra i fondatori della prima società calcistica della Capitale. Fu nel 1895 ed ero allora studente liceale. Ricordo che, per la mia alta statura, mi fu consigliato di giocare a Centrosostegno. Così feci, ma non fui mai, anche se in quei tempi non si era per nulla esigenti, un buon giocatore». Il fratello Vittorio, presente all’intervista, era socio vitalizio della Roma. Era il presidente del Foot Ball Club di Roma, noto come “Roman”, nel 1927. Era stato tra i fondatori della Roma. E aveva giocato, insieme al fratello, futuro presidente della Roma, nella prima squadra della capitale. [...] L’esistenza di questa squadra non è una rivelazione. Era nata nel 1896, come racconta la Gazzetta dello Sport il 16 aprile 1897 - ma Scialoja la colloca nel 1895 e le sue parole vanno necessariamente tenute in considerazione - grazie alla presenza del preside Valentino Cigliutti e del professore di educazione fisica Romano Guerra. È del 2 febbraio 1897 la notizia, uscita su Il popolo romano, di un allenamento svolto a Villa Borghese tra altri giovani del liceo Visconti e il Foot-ball Club di Roma. Il 7 aprile 1897 poi aderì alla Federazione Ginnastica, che “governava” il calcio. Il calcio a Roma nasce lì, anche se già la Ginnastica Roma giocava in maniera episodica proprio dal 1895. Stesso anno in cui, secondo la testimonianza diretta di Antonio Scialoja, nasce il Foot-Ball Club di Roma. [...] E lì, nelle mura del liceo Visconti, stanno le origini del calcio a Roma. [...] Il liceo Visconti peraltro in quel periodo aveva tra i suoi studenti anche Italo Foschi (chissà se anche da calciatore...) e avrebbe avuto anche Renato Sacerdoti, l’uomo che fu costretto dal regime a lasciare la presidenza proprio nel 1935. Non era una novità, la Roma non è mai stata la squadra del regime, anzi. Era nata grazie alla determinazione di Italo Foschi, che seppe resistere alle inaccettabili pretese del potentissimo console della milizia Giorgio Vaccaro, rappresentante della Lazio. Ma anche questa è storia nota, nessuno si rifiutò di partecipare alla fusione da cui nacque la Roma. Piuttosto, qualcuno fu tenuto fuori. Anche grazie all’intervento di Vittorio Scialoja, calciatore della prima squadra della Capitale e fratello di un futuro presidente della Roma. È un dato di fatto: la Roma esisteva da prima della Roma. Da prima di tutto.
(Il Romanista)