
È bastata una sola conferenza stampa di Gasperini, per dare il via ad una sorta di Squid game sulla rosa giallorossa. «X? Ma figurati, dura al massimo una settimana. Y? Nemmeno gli fa indossare gli scarpini. Z? Lo trovano a girovagare di notte che parla da solo per la disperazione». Queste sono soltanto alcune battute raccolte tra radio e social, sulla percezione che ha la tifoseria dell'arrivo del tecnico di Grugliasco. Che se da un lato è apparso abbastanza netto nei concetti e nella volontà di cambiare la rosa, settlement agreement permettendo, dall'altro è ricorso all'ironia quando gli è stato chiesto della sua metodologia di lavoro: «Veramente con me non è mai morto nessuno». (...) Perché quando si parla del nuovo allenatore della Roma, i primi concetti tattici a cui si fa riferimento sono sempre gli stessi: la marcatura a uomo a tutto campo e l'impatto offensivo degli esterni di centrocampo. Vero, tutto vero ma c'è anche molto altro. Perché c'è un aspetto che spesso si sottovaluta ed è la capacità di questo signore di esaltare le doti dei calciatori di qualità. Chiamateli come volete: fantasisti, trequartisti, mezzali raffinate, a volte anche ali. Cambia fondamentalmente molto poco. Per Gasp, infatti, qualità e fisicità devono andare a braccetto. (...) Perché chiedere a un genio come Ilicic di rincorrere l'avversario è possi-bile. Ci ha provato ad esempio Juric con Dybala in Roma-Inter, chiedendogli di rincorrere Bastoni. Ma uno come Paulo lo può fare per una partita (in quel caso per un tempo), non per una stagione. (...) Ma con Gasp c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. In tanti - Gomez e Lookman su tutti - sono arrivati all'Atalanta come giocatori incompiuti, nel loro caso entrambi ali, e poi Gian Piero li ha trasformati in registi offensivi o seconde punte letali. Perché la forza del tecnico di Grugliasco è ampliare il bagaglio di un calciatore, senza snaturarne le caratteristiche. (...) Chissà se leggendo queste parole a qualcuno della rosa giallorossa non siano fischiate le orecchie. Di certo sono già fischiate a Soulé. La risposta data da Gasp sull'argentino è emblematica ma allo stesso tempo di una semplicità disarmante: «Cosa mi aspetto da lui? Matias è un giocatore offensivo. E i giocatori offensivi devono fare gol, fare assist e prendersi rigori».
(Il Messaggero)