
Altro giro, altra corsa. Domenica sera, Ghisolfi, nel pre-gara: «L'allenatore? Lo annunceremo quando saremo pronti». Ergo, la Roma non è (ancora) pronta. Sempre domenica ma nel post-partita, Ranieri: «Sì, l'accordo c'è, quando Friedkin vorrà dire il nome lo dirà». Tradotto: è tutto fatto, manca solo l'annuncio. Due binari paralleli che speriamo prima o poi s'incontrino. Magari già questa mattina, di martedì, come spesso la Roma ha abituato nel recente passato quando ha dovuto comunicare qualcosa d'importante. Ma se così non fosse, porsi qualche domanda sarebbe lecito. Non tanto sulla figura di Claudio che da quando è arriv-to è stato sì allenatore, risollevando una stagione che aveva preso una brutta piega, ma soprattutto dirigente. (...) Il nome è quello di Cesc Fabregas. Possibile però credere che la Roma si sia mossa così in ritardo sapendo da mesi di dover cercare un nuovo tecnico? Senza voler ricordare i propositi di Ghisolfi che raccontava a dicembre come il mercato di gennaio sarebbe stato fatto «in accordo con il futuro allenatore» e il saliscendi di Ranieri che prima ha parlato di «allenatore top», per poi virare sull'identikit di uno che «all'inizio potrebbe non piacere» e planare sabato sull'affermazione che «non sarà importante come lo accoglieranno i tifosi ma se quando an-drà via saranno dispiaciuti, questo spero», la sensazione è che il club in questi mesi abbia ricevuto diversi no, fatti passare all'esterno come fake news. Di certo, se nelle prossime ore non arrive-rà nessun annuncio, è chiaro che la Roma al 27 maggio è in attesa di una risposta. Perché probabilmente più che il muro eretto dal Como, è Fabregas che sta prendendo tempo. Come prima di lui aveva fatto Gasperini che resta, sullo sfondo, un altro candidato da non deperinare. (...) Da un lato il Como, della ricchissima proprietà indonesiana dei fratelli Hartono, ha già comunicato al diretto interessato che non ha problemi a pareggiare l'offerta dei Friedkin. Dall'altro Fabregas, sta e ha già detto alla squadra, come confidato ieri dall'atta-cante Cutrone, «ci rivedremo il 10 luglio», vuole capire cosa accadrà sulle panchine delle due milanesi. (...)
(Il Messaggero)