
IL TEMPO (L. PES) - Tanta fatica per nulla? La paura di gettare alle ortiche un filotto di sette vittorie consecutive (sedici risultati utili considerando che l'ultima sconfitta risale al 15 dicembre 2024) che aveva riaperto la corsa all'Europa dei grandi comincia a farsi sentire. Ma Ranieri non ci sta e farà di tutto per cercare di restare aggrappato fino alla fine ai primi quattro posto. Certo è che i due pareggi all'Olimpico contro Juve e Lazio lasciano l'amaro in bocca non tanto per le prestazioni, dove soprattutto contro i biancocelesti Mancini & Co. non meritavano la vittoria, anzi, quanto per non essere riusciti per l'ennesima volta a fare il salto di qualità per battere le dirette concorrenti. Le attenuanti ci sono, per carità, dalla fatica accumulata durante la risalita alla pesante assenza di Dybala nel momento clou della stagione. Ma in un calcio dove ormai nessuno ha più diritto di riposarsi (Napoli a parte) la stanchezza non deve essere un alibi per un gruppo che certamente ha ritrovato dignità soprattutto grazie al suo allenatore, ma che quando è chiamato al salto di qualità, troppo spesso fallisce.
Negli ultimi anni ripetutamente si sono presentate le medesime difficoltà negli scontro con le squadre che abitualmente hanno raggiunto l'obiettivo Champions con un rendimento sempre sotto le aspettative che ha precluso, da ormai sette anni a questa parte, l'accesso in Champions. Sul cammino dei giallorossi ancora Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan, appuntamenti che di certo la Roma non ha l'obbligo di vincere, ma provare a fare meglio è d'obbligo. Contro Juve e Lazio sembra essere mancato un po' di coraggio, soprattutto dopo aver agguantato il pareggio. Con la squadra di Tudor c'era praticamente un tempo a disposizione mentre nel derby una ventina di minuti, con l'aggravante che la Lazio veniva dalla dispendiosa trasferta in Norvegia di settantadue ore prima, eppure i ragazzi di Ranieri non hanno avuto il piglio giusto per tentare la rimonta. Atteggiamento remissivo nell'approccio e poca voglia di azzannare l'avversario, forse anche qualche cambio tardivo, soprattutto nel reparto offensivo e quelle due punte che in un modo o nell'altro giovano sempre alla squadra.
Ma Ranieri, per ora, non è ancora convinto di poter partire dall'inizio con Dovbyk e Shomurodov: "Siamo più pericolosi, ma il mio freno è che poi se parto con loro ho difficoltà a cambiare la partita in corsa. Vedo che Shomurodov quando entra è determinante, la Roma si sente più sicura e anche Dovbyk è meno isolato. Dovrò trovare la soluzione più idonea". E chissà che già sabato sera all'Olimpico contro il Verona non potrebbero giocare entrambi, magari in un 4-4-2 simile a quello col quale ha affrontato la seconda parte della stracittadina. Soulé largo a destra riesce a dare il meglio di sé e Saelemaekers può replicare la gara sulla fascia sinistra. Ancora una volta Pellegrini ha deluso con una prestazione sottotono, e il centravanti ucraino ha bisogno di un partner. La matematica non taglia ancora fuori i giallorossi dalla lotta Champions ma calendario e incroci la rendono proibitiva. Provarci, però, è d'obbligo.