
IL MESSAGGERO - Il noto cantautore Amedeo Minghi, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano romano per celebrare la fine del suo tour al Sistina il prossimo 28 aprile. L'artista ha parlato anche dell'amore per la Roma.
Sul premio di Venditti a Sanremo...
«Di premi Venditti ne meriterebbe dieci, ma non a Sanremo: lui con il festival non c'entra. l'ha sempre disprezzato»
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I cantautori dovevano essere militanti e impegnati politicamente. Lei lo era?
«No. Ho sempre evitato le etichette. Per questo certi salotti mi hanno evitato. A me andava bene così: mi dà fastidio anche avere la patente, faccia un po' lei. L'unica cosa di cui vado fiero, e lo scriva, è il fatto di essere stato nominato Cavaliere della Roma (il club che raduna tifosi vip della squadra con storie di successo professionale, ndr). E mica da una persona qualunque, ma dal grande e com-pianto Franco Sensi».
Le piacerebbe, da tifoso, vedere sulla panchina Gian Piero Gasperini per il post-Ranieri?
«Nì. È un bravo allenatore: l'Alalanta veniva dal nulla e l'ha portata a raggiungere vette altissime, a livello internazionale. Ma con lui bisognerebbe dare il via a un progetto: non so se la piazza sia disposta ad avere pazienza».
Anche se non l'hanno invitata, Sanremo l'ha seguito?
«Poca roba. Mi è piaciuto Lucio Corsi. Ma a Roma si dice: quando il gatto non c'è, i sorci ballano (ride). È bastato che proponesse qualcosa di leggermente diverso dal resto per spiccare»