Ranucci: "Così strappai al Milan un giovanissimo Totti"

09/03/2025 alle 09:13.
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GASPORT - Raffaele Ranucci, ex vicepresidente della Roma, ex presidente del settore tecnico, capodelegazione e direttore generale della FIGC, ha rilasciato un'intervista al quotidiano sportivo. Ecco le sue dichiarazioni.

Lei era anche sull'aereo che tornava da Genova con la Roma campione d'Italia 1983. 
"Ricordo una gioia mai vista: quando siamo atterrati la strada da Ciampino era tutta bloccata. Ho ancora davanti agli occhi l'immagine di Bruno Conti che urla dal finestrino: "Vi amo!". Mi dispiace solo che non ci fosse il presidente Dino Viola, era impegnato a non perdere Falcao che l'Inter tanto voleva. In ogni caso fu una giornata meravigliosa, a differenza dell'altro "io c'ero" che mi viene in mente".

Ovvero?
"La finale di Coppa dei Campioni 1984 tra Roma e Liverpool all'Olimpico. Ricordo un avvicinamento molto complicato, nell'aria c'era la convinzione di potercela fare. Quella emotivamente parlando fu una botta tremenda".

Lei gestiva il settore giovanile quando la Roma prese Totti.
"Sì, lo scoprimmo noi. I miei collaboratori mi segnalarono questo ragazzino della Lodigiani, io corsi a vederlo e la decisione fu fin troppo facile. Lo volevano anche la Lazio, su cui per questioni di tifo abbiamo avuto la meglio senza troppa fatica, e il Milan. La spuntammo. Spiegammo alla famiglia che la Roma sarebbe stata casa sua, che sarebbe stato protetto. Tra l'altro noi già negli anni 80 avevamo un tutor che seguiva i ragazzi a scuola, a questo Viola teneva moltissimo. Quanto costò? Lasciammo alla Lodigiani Cavezzi, un buon giocatore di C2".

Ha qualche rimpianto?
"A inizio maggio del '94, mentre ero presidente del settore tecnico FIGC, mi chiamò Agostino Di Bartolomei. Mi disse che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa con noi e io risposi: "Certo Agostino, ma adesso c'è il Mondiale, ne parliamo a settembre". Questo mio "a settembre" mi rimbomba sempre nella testa (Di Bartolomei si uccise il 30 maggio 94', ndr)".