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C'è il Como domani, e Claudio Ranieri è in fibrillazione. La squadra di Fabregas - lo sostiene lui ma pure gli ultimi numeri - ha la possibilità di fermare la rincorsa della Roma, cominciata proprio dopo quel pomeriggio nefasto in riva al Lario due mesi e mezzo fa. Ma non c'è solo il Como, c'è tanto di futuro in questa anti vigilia trigoriana. Claudio viene incalzato sul nuovo allenatore. (...) La ricerca del nuovo allenatore continuerà nei prossimi mesi e Claudio avrà voce in capitolo anche in questa decisione», questo recitava il comunicato che lo ha accolto a Roma lo scorso 14 novembre, quando la situazione era al limite del drammatico. Voce in capitolo, si legge. Va da sé che di solito chi mette i soldi decide, ma il problema è questo: Ranieri consiglia; eppure Ghisolfi avrà questo compito. E poi ci sono gli algoritmi, che ad esempio hanno portato a Roma l'ex ds Pinto e spinto i Friedkin a scegliere l'attuale direttore sportivo. Tutti i consiglieri sono all'opera, con Ranieri che oggettivamente è il più esperto, e lo dice la sua storia. Ma sarà lui a prendere la decisione, sarà lui ad avere l'ultima parola sul futuro tecnico della Roma? Questo lo scopriremo. Intanto, sir Claudio ci tiene a precisare il suo ruolo. «Mi hanno preso con questa mansione. Io posso consi-gliare l'allenatore, ma poi sarà la proprietà a decidere chi prende-re. E' mio compito fornire un am-pio ventaglio di persone che pos-sono guidare la Roma. Ma i Friedkin si fidano di me». (...) A quanto pare, certe decisioni sono state già prese. 1) Non sarà Daniele De Rossi. E su questo Ranieri è chiarissimo, anche se nei suoi primi giorni romani non aveva escluso un suo ritorno, ma i Friedkin lo considerano, per ora, un capitolo chiuso. (...) 2) Non sarà nemmeno Cesc Fabregas, nonostante l'endorsernent di qualche giorno fa, confermato anche ieri stesso. (...) Restano in ballo nomi top come quello di Gasperini, di Conte, di Sarri, di Ancelotti. Parlando di manager top, come auspica Ranieri, e non solo. Un po' sfumato Allegri. Poi c'è un sottobosco di giovani, che per ora non accendono troppo la fantasia. Il futuro è anche nella scelta dei calciatori, di quelli che dovranno arrivare e di chi già c'è. (...)
(Il Messaggero)