La costruzione di un amore

08/03/2025 alle 11:20.
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IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Io non so nemmeno com’è finita la partita, mi sono messo a guardare solo la Roma: cioè le persone con le bandiere. Quando ero ragazzino mi sono definitivamente innamorato della Roma – cioè ho deciso che “questa cosa” avrebbe fatto sicuramente parte sempre di me – per un coro del Commando: “…Noi t’amiamo e lavoriamo…”. Capivo così, sbagliando, confondendo il “t’adoriamo” con il “lavoriamo”, ma lo trovavo, anche a quell’età, così perfettamente rappresentativo di Roma e della romanità. E insieme così serio e poetico. (...) Giovedì allo stadio i romanisti hanno portato questo: la costruzione di un amore. Hanno portato il lavoro della settimana, hanno portato l’applicazione, la cura, l’amore verso la Roma. Dietro ogni centimetro di stoffa cucito, ogni mezzo metro tagliato, ogni metro di stoffa comprato ci ho visto questo. E finché vedrai in una bandiera la nonna che cuce, la merceria che riapre, il nonno che deve parlare al nipote di quello che il padre aveva trasmesso a lui (“Lo sai che una volta c’era uno che si chiamava Losi…”) vedrai la Roma. Finché vedrai questa bandiera avrai un libro da fare, una barca da scrivere e un treno da perdere. (...)  L’hanno creata tutti quella magia, partecipando al primo caso di coreografia “aperta” e in proprio, diretta: senza permessi, senza plastica, senza autorizzazioni di società, non Hollywood ma Testaccio. Sessantamila persone. Ognuna una formichina, ognuna un lupo. Ognuno una bandiera che sventola la storia della sua vita: la nostra è la Roma. (...)

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