IL TEMPO (L. PES) - Passo indietro. Il pareggio di Bologna frena la risalita della Roma che non riesce a sfruttare l'onda lunga del derby e si ferma ancora una volta in trasferta. Un vero e proprio incubo ormai giocare fuori casa per i giallorossi che in questa stagione hanno raccolto appena sei punti in dieci partite e il digiuno sfiora ormai i nove mesi. Neanche in una giornata dove pareggiano tutte le big (ad eccezione di Napoli e Inter ma loro fanno un altro campionato) la Roma riesce ad accorciare e provare a restare aggrappati all'idea di una scalata. Ma è evidente che in questa stagione la classifica non vada guardata. Bisogna ragionare partita dopo partita cercando di vincere, senza pensare a distacchi. Poi, magari, in Primavera inoltrata si faranno i conti, ma ora l'importante è allontanarsi dal pericolo e continuare a crescere, soprattutto lontano dall'Olimpico. Sì perché Bologna poteva essere l'ultimo step per dimostrare di essere davvero una squadra che può tornare ad ambire. Ma c'è troppa distanza tra il rendimento in casa e quello fuori da dicembre in poi. Per Ranieri, infatti, sono arrivate cinque vittorie di fila con diciotto gol segnati nelle ultime gare tra le mura amiche, e appena due punti tra Como, Milan e Bologna. Rendimento certamente non da squadra che mira a tornare protagonista. Al Dall'Ara anche Ranieri ci ha messo del suo, con cambi tardivi e scelte discutibili (Soulé ancora in panchina per novanta minuti e Zalewski scelto per l'assalto finale), ma i giallorossi sembrano afflitti da un grosso problema di mentalità. Le ultime prove all'Olimpico erano state convincenti soprattutto dal punto di vista dell'approccio e della «cattiveria», mentre contro la squadra di Italiano ancora una volta Dybala & Co. hanno subito il ritmo avversario non riuscendo a sfruttare lo spazio concesso dal pressing alto. Ma il fattore negativo psicologico è evidente soprattutto dalla rimonta subita in una manciata di minuti. Contropiede inammissibile (Saelemaekers è distratto, Paredes troppo leggero e Mancini ingenuo), poi nessuna reazione. Ranieri è chiamato ancora una volta a scavare nella testa del suo gruppo che peraltro domenica è sembrato abbastanza stanco, soprattutto Koné e Dybala sono apparsi appannati. Discorso diverso per Pellegrini. La fiducia dopo il derby era scontata, ma guai a pensare che il tecnico abbia riconsegnato al capitano il ruolo di inamovibile. L'esame emiliano Lorenzo lo ha completamente fallito, e ora torna già in discussione per la gara col Genoa. È lui il simbolo evidente del mancato salto di qualità della Roma di quest'anno. Una squadra sicuramente guarita rispetto all'autunno da incubo, ma ancora non in grado di fare la voce grossa quando dovrebbe. Prossimi appuntamenti in trasferta, dopo il Genoa all'Olimpico venerdì, Az e Udinese, ultimo campo dove i giallorossi hanno vinto ad aprile.