IL TEMPO (L. PES) - Datemi i campioni e risollevo la Roma. Questo, più o meno, il concetto espresso da Ranieri al suo arrivo in giallorosso. La missione del tecnico testaccino, propedeutica a una risalita in classifica, era quella, innanzitutto, di recuperare alcuni big dimenticati con la certezza che una volta rigenerati avessero potuto dare un contributo prezioso alla causa giallorossa. E i fatti gli stanno dando ragione. Nella serata finalmente convincente dell'Olimpico di sabato, dove la Roma ha rifilato quattro reti al Lecce, in copertina sono finiti ancora una volta Hummels e Paredes, gli unici due oltre a Dybala per i quali Ranieri ha utilizzato la parola «campione». Il tedesco, alla terza presenza da titolare di fila, è diventato in breve tempo il leader della difesa romanista. Da centrale del terzetto davanti a Svilar comanda e domina tutti i duelli, alzando il livello con anticipi fatti di coraggio e fiducia nei propri mezzi. Una colpa troppo grande averlo lasciato perennemente in panchina anche quando la forma fisica suggeriva di concedergli minuti per trovare la condizione. Ma ora il passato è alle spalle, e quel «lieto fine» auspicato pochi giorni fa ora non stupisce più. Alta qualità anche quella messa in campo da Paredes nelle ultime tre gare dove l'argentino ha sempre guidato con sapienza il centrocampo giallorosso. «Se decidessi io cercherei di tenerlo, ma a scegliere sarà il prossimo allenatore (scherzando il tecnico nella conferenza post Lecce ha detto: «Pensate se fossi proprio io» strappando una risata alla sala stampa dell'Olimpico)» ha detto Ranieri, che nutre una stima profonda per l'ex Juve e Psg che da sicuro partente è tornato protagonista. L'Argentina può aspettare e chissà che Sir Claudio non possa provare a convincerlo a restare anche più di altri sei mesi. Dici Paredes e pensi a Dybala, anche lui rigenerato dal cambio tecnico. A Napoli era arrivato fuori forma ma dalla trasferta di Londra in poi ha cominciato ad aumentare il minutaggio, fornendo di tanto in tanto qualche chicca del suo repertorio. Ma la forma migliore è ancora lontana e soprattutto la presenza nella partita durante i novanta minuti non può essere sufficiente per giustificare un ingaggio da top player. Lo sa Paulo e lo sa Ranieri, che lo ha sempre coccolato sperando che col tempo la condizione dell'attaccante potesse crescere, così come i suoi numeri che in questa stagione sono molto deludenti. E il prossimo? Magari potrebbe essere proprio Pellegrini. Il capitano ha trascorso un'altra serata seduto in panchina per novanta minuti e il suo momento non sembra ancora essere arrivato. «Gli manca il sorriso» ha detto il tecnico dopo il successo col Lecce, ma la ragione sembra essere un'altra. Il sette giallorosso deve tornare a incidere per riconquistarsi il posto.