IL TEMPO (L. PES) - Aggrappati alla Coppa Italia. Dopo la disastrosa prima parte di campionato e gli inciampi in Europa questa sera la Roma inizia il proprio percorso nella coppa nazionale ospitando la Sampdoria all'Olimpico (fischio d'inizio ore 21, diretta Italia 1). Trofeo che per anni è stato il giardino di casa dei giallorossi ma che manca in bacheca dal 2008 e che negli ultimi quindici anni si è trasformato in un vero e proprio incubo. Due finali perse (con l'Inter nel 2010 proprio con Ranieri in panchina e il derby del 2013) e una serie di umiliazioni storiche che non hanno più permesso ai tifosi di gioire per una coppa vinta nove volte. La maledizione della decima che vuole provare a rompere Ranieri, cinque partite per arrivare alla gloria sono da sempre l'appiglio delle squadra che hanno deluso in campionato, e il tecnico giallorosso lo sa bene. "Teniamo alla Coppa Italia. La Roma l'ha vinta nove volte, i nostri tifosi ci tengono, io ci tengo e anche i nostri ragazzi ci tengono".
La disfatta di Como ha rallentato il processo di crescita mostrato nell'ultimo mese sotto la guida del tecnico testaccino, e domenica c'è un altro scontro salvezza con il Parma. "Non mi sento deluso perché, come avevo detto, vediamo a dicembre quello che facciamo. Non mi esalto dopo una partita giocata bene e vinta, diciamo, in semplicità, né mi abbatto dopo una persa. Sono una persona molto concreta, molto pragmatica, e voglio sempre il massimo dai miei giocatori. Per questo mi aspetto una grande partita". Anche Ranieri si ritrova a fare i conti con le cattive abitudini di un gruppo che ormai da anni in campionato mostra una fragilità e una discontinuità che non gli ha permesso di rivedere la Champions dopo l'exploit del 2018. "E' stato un problema negli anni, ed è proprio per questo che dobbiamo cercare quei giocatori che vogliono vincere ogni volta, che vogliono lottare su ogni pallone. Questo è il mio mandato: trovare giocatori disposti a dare tutto sul campo, sempre. Così come non piace ai tifosi, non piace nemmeno a me, perché in fondo sono un tifoso anch'io. Non sopporto questa alternanza di atteggiamenti. Voglio sempre il massimo, e se non riesco ad ottenerlo, bisogna intervenire".
Diverse assenze e squalifiche (non ci sarà Mancini che potrebbe giocare soltanto l'eventuale semifinale di ritorno) costringeranno a qualche scelta forzata il tecnico che rinuncerà a Cristante, Koné e Hummels e proverà a dare una chance a Dovbyk e Soulé, chiamati a dare risposte vista la possibile partenza di Dybala a gennaio. E proprio con un occhio al futuro da dirigente Sir Claudio ha alzato la guardia: "Perché se vogliamo grandi allenatori dobbiamo darci una svegliata e dobbiamo stare e lottare per risalire la china, perché non credo che un grande allenatore voglia venire con la Roma in questa situazione". Intanto c'è il primo scoglio degli ottavi, "onoratela" hanno chiesto i romanisti. E che l'appello sia raccolto.