IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Un uomo solo al comando: Claudio Ranieri. Al testaccino è
bastata la prima conferenza stampa ufficiale (una quarantina di minuti su per giù) per mettere in chiaro cosa succederà da qui in avanti a Trigoria. Quali saranno le priorità e a chi farà capo tutto il «progetto» in corso: poi per quello che accadrà a fine stagione ci sarà tempo ma intanto tutti zitti e mosca e giù a testa bassa a lavorare. I Friedkin gli hanno dato in mano le chiavi della Roma e lui si sarebbe potuto presentare alla Marchese del Grillo: ma invece del classico «Io so io e voi nun siete un c***o», ha cercato di smussare angoli, ha benedetto la squadra e dispensato carezze a tutti (tranne Juric) per ora. In perfetto stile Ranieri, uno che sa il fatto suo e che non ha bisogno di strafare per portare a casa il risultato minimo: salvare la stagione. Personalità e necessità del club di trovare subito un risolutore sono i suoi punti di forza: Ranieri non deve dimostrare nulla a nessuno. Sta qui e basta, deve mettere la mani dove e come sa e ha già avuto la "benedizione" del popolo romanista esausto dopo questo avvio di stagione devastante. Da vecchio lupo di mare ha capito in che acque deve muoversi, intravisto le secche da evitare e ha già lanciato «ciambelle ai naufraghi» delle vecchie o più recenti gestioni.
Possibile che la proprietà (o forse sarebbe meglio dire la passata dirigenza) non sia riuscita a trovare un ruolo o un'intesa con due pezzi da novanta come Totti e De Rossi (in due la storia dell'ultimo quarto di secolo giallorosso)? Una cosa davvero dell'inverosimile. Ma a Trigoria in quei tempi erano tutti fenomeni, bravi solo loro nelle scelte (sempre cervellotiche), nella selezione delle persone: e infatti si è visto com'è andata a finire... a tarallucci e vino, o forse sarebbe meglio dire a huzo e sirtaki.
E anche li, prima ancora di iniziare, Ranieri ha già fatto capire di avere margini di manovra per un futuro rientro più o meno imminente di uno dei due totem giallorossi (o forse addirittura di entrambi): ma con i tempi e i modi che lui stesso sarà in grado di definire.
Perché è chiaro che da qui in avanti a Trigoria sarà lui a decidere: tutto. Almeno per ciò che riguarda la gestione sportiva della squadra, ma conoscendolo non si limiterà solo a quello. Si accettano scommesse!