Sertori: "Porteremo la Roma al top, ma per restarci. Infortuni Dybala? Stiamo provando un'altra strada" (VIDEO)

22/11/2024 alle 08:34.
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IL ROMANISTA (D. LO MONACO - A. DI CARLO) - Se ritenete ancora possibile, nell’epoca dei social, delle videochiamate e dello smodato uso della tecnologia, considerare una vigorosa stretta di mano un più che affidabile biglietto da visita sulla bontà della persona che abbiamo davanti, allora trovandovi al cospetto di Mark Sertori non avreste motivo di dubitarne. (...)  Il suo italiano, dal marcato accento britannico,  lo si deve alle origini genovesi della sua famiglia: «Ho parlato per primo con Dan Friedkin, poi con Ghisolfi e poi di nuovo con Dan Friedkin: ho subito compreso la visione dei Friedkin e ho detto “vengo subito”. La società è un top club, che è cambiata tanto negli ultimi anni, ma che è stata ai vertici della Serie A, facendo percorsi importanti nelle coppe. L’obiettivo non è fare bene per un anno, ma vincere scudetti e arrivare in Champions League per 10-12 anni, creare quindi una continuità di risultati. Il Manchester City, ad esempio, ha avuto diverse fasi negli ultimi anni: Guardiola è arrivato dopo un lungo percorso, costruito anche con altri allenatori, un percorso di crescita globale del club. Dopo il titolo vinto con la rete di Aguero, il club si è stabilizzato a grandi livelli. Ma la Roma è più avanti rispetto al Manchester City di 15 anni fa. Qui a Roma sento un’energia incredibile, il sangue dei tifosi, li senti sempre, non c’è una parola per descriverli, “energia” forse non basta. Qui la Roma è una religione». 

L’arrivo a Roma circa tre mesi e mezzo fa, oltre 100 giorni davvero movimentati vissuti a Trigoria («Prima De Rossi, poi Juric e ora il mister Ranieri, ma il calcio funziona così») dove quotidianamente cerca di mettere a disposizione di tutta la struttura la sua esperienza maturata in Premier League: «Io sono il direttore delle performances, in altre parole sono capo della “Sport Science” ovvero fisioterapisti, massaggiatori e psicologi. Tutto ciò che riguarda la performance è in carico a me. Qui ho trovato tanta qualità, tanta esperienza, c’è da fare un cambio di passo, piano piano questo cambio ci sarà. Abbiamo avuto delle difficoltà, è vero, De Rossi è stato esonerato, poi è toccato a Juric, ma ora c’è Ranieri. Lo conosco bene, sono 50 anni che è nel calcio, chiunque lo conosce. E ora dobbiamo risalire la classifica, questo è l’obiettivo primario». (...) Pensi al tema del miglioramento delle performance, impossibile non partire dalle condizioni di Paulo Dybala. La Joya rappresenta la sfida più grande per Sertori e lo staff giallorosso: «Non avevo ancora lavorato con lui. Ma Paulo ha dei piedi incredibili. Sì, stiamo provando con lui un’altra strada, non possiamo dire quale, ma l’obiettivo è farlo giocare il più possibile, renderlo più continuo, abbiamo visto cosa sa fare quando è in campo. Vogliamo che raggiunga gli standard degli altri giocatori. Ma a volte la natura supera la scienza. Vi faccio un esempio. Ho lavorato per  molti anni con Vincent Kompany al City quando ero un terapista. Lui si faceva male ai polpacci in continuazione e abbiamo provato di tutto, lavoravamo insieme ore e ore, sono tornato a casa alle 3 di notte per lui. Ma giocava e si faceva male. A volte ci sono giocatori così, è la natura. Sei lì che cerchi qualcosa nel corpo ma non trovi nulla, ne conosco tanti così in Inghilterra».  (...) Indiscrezioni, ricostruzioni, speculazioni e teorie. Si sono tutti convinti che ci sia un ragionevole  motivo per considerare Hummels fuori forma. Eppure Sertori respinge al mittente ogni diagnosi di questa natura: «Mats fuori condizione? Mi sembra chiaro che se gioca o meno sia responsabilità dell’allenatore. Io parlo solo del mio lavoro e vi dico che ho trovato un ottimo professionista, con energia, carattere, esperienza, un uomo di enorme valore. Lui è venuto qui a Roma per la sua esperienza, per la sua carriera incredibile. Ogni giorno aiuta tanto i ragazzi più giovani in allenamento, li guida: Mats è un esempio di professionalità, dà il 100% tutti i giorni». (...)