Claudio Ranieri, nella sua prima avventura romana, quella in cui è andato a un passo così dallo scudetto, parlava spesso di curvone: una specie di tappa di avvicinamento, che nascondeva comunque il pericolo. Ecco, a distanza di una quindicina di anni, siamo di nuovo lì, al curvone. [...] Il mantello che deve avvolgere il tutto si chiama mentalità, che nasce da una (apparente) ritrovata fiducia nei propri mezzi e Claudio, con le sue qualità motivazionali, la sta spingendo fuori. Da questi nuovi presupposti nasce la partita contro il Tottenham, e così doveva essere pure a Napoli, «ma forse non mi ero espresso bene con la squadra». [...] Ranieri ha mostrato coraggio, rinunciando pure a elementi fondamentali fino a poco tempo fa, come Pellegrini e Cristante. Bryan è stato sostituito da Paredes (con Koné in mezzo a cantare e portare la croce), un desaparecidos promesso al Boca, mentre Pellegrini ha lasciato il posto a un attaccante. Lorenzo ha bisogno di tempo per tornare ai suoi livelli, Ranieri non vuole forzarlo. Lo stesso sta facendo con Dybala, che è passato dai tre minuti di Napoli ai quarantacinque di Londra. Il che significa che Sir Claudio ha tutte le intenzioni di puntare su di lui anche lunedì con l’Atalanta. [...] Ranieri in queste due partite è riuscito a coinvolgere pure Abdulhamid, Pisilli, Dahl, Baldanzi, ma soprattutto Hummels, pur sapendo che il calciatore non sia al top. Ha capito che al tedesco non manchi soltanto la condizione fisica, ma il ritorno all’abitudine di giocare con continuità; ha capito anche quanto sia fondamentale solo la sua presenza, per la squadra e per il reparto, perché uno con quella personalità può dare solo vantaggi. [...]
(Il Messaggero)