Il calciomercato sa essere crudele con i tifosi di Roma e Lazio. E non c'entrano cessioni dolorose o arrivi sognati e poi sfumati. Il problema sta nei nomi e, anche qui, non è una questione di notorietà o meno dei ragazzi acquistati. Il punto sta nella pronuncia: si rischia di doversi rivolgere a un logopedista. Prendete i nuovi attaccanti sbarcati a Trigoria. In giallorosso è arrivato Dovbyk e i 200 innamorati andati ad accoglierlo all'aeroporto di Ciampino hanno riportato la lussazione della lingua nel tentativo di intonare un coro per l'ucraino. È sfumata ancor prima di indossarla l'idea di stampare sulla maglia numero II Artem, nome di battesimo dell'ex attaccante del Girona: la emme finale è destinata all'estinzione o, bene che va, alla distorsione. «Chiamiamolo Artemio o troviamogli un soprannome», è la missione del tifoso ro-manista memore di quando fu costretto a ribattezzare Szczesny in Coso. (...)
(Il Messaggero)