Durante la conferenza stampa odierna Daniele De Rossi ha avuto un confronto con un giornalista de La Repubblica e ha fatto chiarezza sulle voci riguardanti le presunte liti riguardanti l'allenatore e alcuni componenti del club giallorosso tra cui Lina Souloukou, Bryan Cristante e Gianluca Mancini. In serata la testata giornalistica ha diramato una nota ufficiale per replicare al tecnico. Ecco il contenuto: "L'allenatore della AS Roma, Daniele De Rossi, nella conferenza stampa, ha attaccato personalmente il nostro giornalista Marco Juric, contestando un articolo da lui scritto. Alla richiesta di chiarimenti da parte di Juric sull’improvvisa aggressione verbale, l’allenatore ha replicato: 'Non puoi pensare che nessuno si stranisca se scrivi una cosa che non è vera'. Legittimando di fatto un’ondata di insulti sui social che stava arrivando proprio in quelle ore contro il nostro reporter. Tutto ciò costituisce una violazione delle regole che garantiscono la libertà di informazione. E’ legittimo da parte di De Rossi, e di chiunque, smentire un articolo, se riporta notizie non corrette, e spetta al giornale in questione pubblicare la correzione. Ma non è legittimo attaccare personalmente e pubblicamente un giornalista, indicandolo come se fosse un nemico pubblico, esponendolo ad una sorta di gogna digitale. Fino a questo momento avevamo assistito a tali aggressioni contro i giornalisti da parte di esponenti della vita politica, dispiace davvero che a ripeterli sia l’allenatore di una grande società di Serie A, che rappresenta la capitale".
Il comunicato del Comitato di redazione di Repubblica
"Se l’allenatore dell’As Roma Daniele De Rossi non si riconosce in un articolo di Repubblica, ha tutto il diritto di replicare, di dire la sua, eventualmente smentire le notizie riportate. Il confronto, anche conflittuale, tra chi racconta realtà complesse come quella del mondo del calcio professionistico e i suoi protagonisti c’è sempre stato. La questione che ci preoccupa è un’altra: Daniele De Rossi dovrebbe evitare di additare cronisti – di qualunque testata – alla pubblica piazza, giustificando gli insulti e compagne di “odio” via social. Mai come in questi tempi occorrono comportamenti che siano 'educativi', soprattutto da parte di chi ha grande visibilità. E non il contrario. Il cdr".
(larepubblica.it)