Iniziare il campionato con il mercato ancora aperto è una degenerazione sportiva. Tra gli effetti collaterali più deleteri c’è anche lo spazio lasciato a leoni da tastiera, tifosi soltanto di se stessi e maleducati di ogni genere. Il caso Dybala – l’argentino è stato convocato per la trasferta di Cagliari e dovrebbe dare la sua risposta definitiva all’Al Qadsiah entro domani — ha scatenato la contestazione contro i dirigenti della Roma, coinvolgendo Daniele De Rossi che, secondo chi non conosce nemmeno il capitolo uno della storia giallorossa, sarebbe un burattino nelle mani dei Friedkin.È stato proprio DDR a raccontare di aver ricevuto decine di insulti: “Do poco peso ai social anche se ne hanno tanto. Questa maniera di parlare è diventata un modo di fare quotidiano, ma sono sicuro che quello che mi hanno scritto non me lo direbbero in faccia. Non vai in giro per strada ad augurare un tumore o la morte della famiglia perché hai venduto un giocatore o perso una partita. Mi hanno dato fastidio per 20 minuti, ma adesso sorrido. Cento messaggi così sono brutti, però se calcoli che i romanisti sono milioni allora gli insulti diventano pochi. Sono andato a vedere le foto dei profili: ragazzini di 14-15 anni, oppure subumani mai visti. Meglio lasciare perdere. Chi dice queste cose dietro una tastiera non è degno del mio interesse. Non è cambiato nulla tra me e i romanisti, magari qualche risultato buono porterà il sereno con chi si diverte sui social”. [...]
(Corsera)