Un francobollo dedicato al fascista Foschi. È giallo sul blitz targato FdI, Urso si sfila

06/06/2024 alle 07:59.
italo-foschi

Se i francobolli celebrativi hanno un senso, è per ricordare le personalità illustri della Patria. Sono il Pantheon di riferimento della nazione. Tra qualche giorno ci sarà un francobollo dedicato al deputato Giacomo Matteotti nel centenario della morte, quello che, per stare alle parole di Giorgia Meloni, era «un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee». Bene, che cosa c'entra, allora, celebrare la figura dello squadrista Italo Foschi con un altro francobollo? È un clamoroso nonsense. Ed è anche un giallo perché la sottosegretaria Fausta Bergamotto, FdI, è la responsabile per la filatelia e le voci di corridoio la davano permadrina del francobollo celebrativo. (...) Foschi infatti fu uno squadrista violento e per questo motivo fu persino espulso dal Pnf, salvo essere presto reintegrato. La storia di Italo Foschi, a volerla leggere tutta, è sul sito della Treccani. C'è andato l'ex ministro Carlo Giovanardi, filatelico accanito, che non ne aveva mai sentito parlare e ha scoperto del francobollo quasi per caso. I nipotini del Msi, però, la storia dovrebbero conoscerla bene. Dunque: volontario nella Grande guerra, nazionalista, Foschi confluisce nel partito fascista nel 1923 e si ritrova con le idee del segretario Farinacei, quello dello «squadrismo intransigente». (...) Dopo la seduta alla Camera dei deputati del 30 maggio 1924 venne incaricato di dar vita a una dimostrazione contro i deputati dell'opposizione. Al ritrovamento del cadavere di Matteotti, in un momento di sgomento generale, pubblicò «Un appello ai fascisti romani» con cui li incitava alla ricostruzione delle squadre. Scrisse ad Amerigo Dumini, il responsabile dell'omicidio: <Sei un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione». Negli anni seguenti sarà prefetto in varie città e dopo l'adesione alla Repubblica sociale italiana fu a Belluno. Processato per avere partecipato alla Repubblica sociale, fu assolto e morì sugli spalti dello stadio tifando per la Roma nel 1949. A molti interessa solo questo, non tutto il resto. (...)

(La Stampa)

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