Prima venne "Nando" Mericoni, in arte Santi Bailor che da Roma sognava Kansas City nel film di Steno con Alberto Sordi che lasciava la romanità per l'americanismo, poi, anni dopo, in un processo inverso, da San Diego, è arrivato Dan Friedkin e ha scelto Daniele De Rossi proprio per recuperare la romanità. Dietro il problema dei tre uomini in difesa di José Mourinho che aveva costruito un assedio in campo, allo stadio e fuori, c'era una romanità ad aria condizionata. Da due mesi, con quattro uomini dietro, De Rossi l'ha liberata. È un paradosso che ci spiega la nuova Roma in vista del derby. (...) Quindi una/o americana/o a Roma aiuta, valorizza, accresce, il romano, la romanità e il romanzo. Se anni fa Daniele De Rossi, portatore di una romanità litoranea rispetto a quella aureliana di Francesco Totti, sembrava rifiutare l'americanismo. «Ho provato a fare surf, ma preferivo giocare a carte con i vecchi», era solo perché il futuro non era ancora entrato in lui, infatti non era ancora capitano né allenatore. Perché, come dice Tina Anseimi interpretata da sua moglie Sarah Felberbaum, «Se vuoi cambiare il mondo, devi esserci». E lui ce sta e come. Sta al centro del progetto come un tempo la chiesa di Rudi Garcia stava al centro del villaggio. Da due mesi e mezzo porta risultati, ha risollevato squadra e piazza, trovando nel quattro a zero al Brighton di Roberto De Zerbi il punto più alto. Incartando uno dei migliori allenatori del futuro, uno con narrazioni e richieste di grandi squadre, ha dimostrato che non è solo la bandiera, l'idea romantica di romanità, ma che è anche altro, come in tanti si stanno accorgendo. (...) Ma ora c'è il derby, una partita diversa che scatena vecchi demoni e ne genera di nuovi, condizionando la stagione. Il vantaggio è che De Rossi lo sa, più del nuovo allenatore della Lazio, Igor Tudor, subentrato al dimissionario Maurizio Sarri. È lontanissimo il derby che lo vide sostituito, insieme a Francesco Totti, dal sor Claudio Ranieri. (...)
(Domani)