Nella città che ha pugnala-to persino Giulio Cesare non è certo una novità. Trovare Daniele De Rossi e Igor Tudor sulle panchine di Roma e Lazio e in questo derby è la diretta conseguenza di lotte di potere e congiure degne di House of Cards. (...) L'Olimpico pieno e blindato per il ri-schio di incidenti scoprirà alle 18 se De Rossi sia ancora il ragazzo che, nel giorno del derby, passava l'intera riunione tecnica nello spogliatoio ad arrotolare nervosamente il laccio dei pantaloncini intorno al dito, stringi e molla, stringi e molla: «Lo faceva sempre, con qualunque cosa, dall'albergo al pullman fino nello spogliatoio prima della partita con la Lazio: lo faceva per ore», ricorda un suo ex compagno, legatissimo a lui, per raccontare quanto sentisse quella partita il Daniele tifoso. Quello che non dormiva («Ma poi ho smesso, sennò come facevo»), che un paio di volte si è concesso gestacci alla curva laziale e che nel 2020, otto mesi dopo il ritiro, si è travestito con parrucca occhiali e naso finto per poter andare a vedere un derby in curva: «Il suo sogno, era felice come un bambino», il racconto della moglie Sarah Felberbaum. Caratteristiche che ne hanno fatto la soluzione perfetta per liberarsi di un problema nel mezzo di una rivoluzione. Quando Dan Friedkin e il figlio Ryan hanno deciso di averne abbastanza di José Mourinho e dei suoi sfoghi, hanno chiamato lui, l'ex bandiera a cui capitava che chiedessero consiglio, per sapere se se la sentisse. Un appuntamento riservatissimo servì per sciogliere i loro dubbi e capire di avere in mano la soluzione giusta. Ma forse non sarebbe stato necessario prendere una strada tanto rischiosa se nel frattempo non fosse successo di tutto, a Trigoria. Il timone infatti era finito in mano a una donna dal carattere spigoloso, Lina Souloukou, che dopo pochissime settimane dal suo arrivo aveva fatto naufragare il rapporto con il general manager Tiago Pinto, uno che alla Roma si occupava di molto più che di mercato. La decisione del dirigente portoghese di andarsene a fine gennaio si è sovrapposta agli sbandamenti della squadra, l'addio di Mourinho a quello di una importantissima collaboratrice del presidente Friedkin. (...)
(La Repubblica)