CORSPORT - Miralem Pjanic, ex centrocampista della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano sportivo e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura nel club giallorosso e sul lavoro di De Rossi. Ecco le sue parole.
Decise di lasciare la Roma dopo cinque anni.
"Questo è il calcio. Sono rimasto lì per 5 anni, ma già in precedenza avevo rifiutato tante opportunità. La Juventus mi voleva già alla fine del terzo anno, rifiutai perché sentivo di dover dare ancora qualcosa, volevo provare a vincere con la Roma. Non ci siamo riusciti, così ho deciso di provare altro. L'ho fatto soffrendo, ma sapevo che quella era la decisione giusta. Mi cercava anche il PSG, sono andato alla Juve e non ho rimpianti. La Roma comunque resterà sempre nel mio cuore. A proposito, non avevo alcun dubbio su De Rossi".
Non è il primo che lo dice.
"Ho trascorso 5 anni con lui e mi aspettavo di ritrovarlo un giorno in panchina. Sono felice, è un amico e gli voglio bene. Sta mostrando il suo calcio e sono contento del rinnovo. Ora arriva il difficile: riuscire a mantenere questo livello. Lui lo ripete sempre: questo lavoro è favoloso, ma è da pazzi tra studio e pressioni. Daniele conosce la piazza, sa gestire bene l'ambiente e anche la stampa. Lo sento parlare, ci sa fare".
Nello spogliatoio aveva un peso rilevante.
"Il primo difensore di ogni compagno di squadra. Se c'era qualcuno che parlava male di te, lui era sempre pronto a proteggerti. Da leader. Ed era il primo ad alzare la voce quando serviva, e così è anche da allenatore. Trova sempre le parole giuste. Sa meritarsi il rispetto dello spogliatoio. Ho avuto due fuoriclasse alla Roma: Totti era il leader tecnico, faceva magie in campo, De Rossi quello politico, lo definisco così. Mi ha sostenuto anche in un momento complicato alla Roma".
Quale? Quando?
"Ho avuto difficoltà con Zeman, non mi vedeva. E in un primo momento non faceva giocare neanche Daniele. Ma lui mi ha difeso e tranquillizzato. 'Ma come fa a non capire quanto sei forte e utile in campo?', diceva. Insomma, mi ha aiutato a superare il momento negativo. Non ero abituato a non giocare, e a un calciatore basta un attimo per cadere in una crisi di
fiducia".
De Rossi contro il Milan è stato perfetto.
"Esatto, ha preparato la doppia sfida in modo impeccabile sotto l'aspetto tattico e mentale. Questo perché è intelligente, serio e preparato. Ma anche perché ha avuto tanti allenatori forti da cui ha imparato proprio mentre giocava. Ha preso qualcosa da loro e ha sviluppato un suo calcio. La mossa di El Shaarawy a destra per bloccare Theo e Leao? Sorprendente e perfetta, e avrà ripensato a qualche mossa simile fatta da qualche suo allenatore in passato".
De Rossi le ricorda Spalletti?
"Non esattamente, Daniele sta sviluppando un suo tipo di calcio. Diverso dal passato. Lui fa parte di una nuova generazione di allenatori, sta portando qualcosa di personale. Il calcio sta cambiando, ma è chiaro che tragga spunto anche da Spalletti e da altri. Ha il suo stile di gioco con un calcio offensivo e propositivo, ma allo stesso tempo tiene anche la squadra corta e non concede troppo. Daniele ha una sua visione, non copia, trae spunto. Mi sarebbe piaciuto averlo come tecnico".
Il Bayer Leverkusen è una bella gatta da pelare.
"Xabi Alonso è un altro emergente, intelligente, carismatico, educato. Il Bayer è tosto, ma la Roma può farcela. Il Bayer paga forse l'inesperienza in Europa, la Roma invece arriva da due finali e può trarne vantaggio. Può vincere l'Europa League e qualificarsi in Champions".
L'esonero di Mourinho l'ha sorpresa?
"Super sorprendente, lo ammetto. Anche perché la Roma veniva da un trofeo vinto e una finale europea andata come sappiamo. E la piazza lo amava. Ma il calcio è questo, si dimentica tutto e la società ha deciso così. Perfetta la scelta del sostituto, Mou comunque ha fatto un grandissimo lavoro sul piano della mentalità".
Dybala?
"Paulo è tra i più forti con cui ho giocato, è tra i migliori tre del campionato ed è stratosferico. Esiste una Roma con Dybala e ce n'è una senza, due squadre completamente diverse. Si diceva la stessa cosa quando c'era Totti. Spero che la proprietà faccia di tutto per trattenerlo. Sento spesso Paulo, è molto contento di Roma e della Roma".
Chi vince l'Europa League?
"La Roma, spero".