Mente sapendo di mentire. Ma quella che racconta - "Con gli anni il derby ho imparato a gestirlo e poi adesso viverla da allenatore ti cambia tanto" - è una dolce bugia. Basta guardarlo parlare nella rinnovata sala stampa di Trigoria, con gli occhi che gli ridono mentre prova a convincere la platea del suo stato d'animo "sereno" prima di un derby che vale tanto. Perché poi, quando arriva la domanda sul futuro, gli occhi non mentono più. Lo sguardo si abbassa di colpo, il sorriso sparisce. Si irrigidisce, diventa di colpo serio e gioca in difesa: "Con la proprietà parliamo spesso del futuro a breve termine, del campionato. Ho capito bene la domanda, ma la pausa ci è servita per parlare del futuro che in questo momento è più importante per noi, ossia i prossimi due mesi". Tradotto: quesito lecito ma non è il momento di parlarne pubblicamente. (...) Anche perché, al di là delle smentite, privatamente il discorso è stato già affrontato se da qualche tempo si sta facendo largo l'ipotesi di un accordo biennale. Si sta aspettando il nuovo ds ma la decisione, a meno di scossoni poco augurabili e preventivabili, è stata presa. (...) E allora avvicinarsi alla stracittadina ricordando la prima della serie, parlando di arbitri, dando il benvenuto a Tudor o pregustandosi i ritorni di Dybala, Pellegrini e Spinazzola, favorito con Celik per i due ruoli da esterno, e augurandosi il risveglio di Lukaku, aiuta a smaltire una tensione che inevitabilmente crescerà di ora in ora fino al fischio d’inizio.
(Il Messaggero)