A volte tornano

24/02/2024 alle 09:20.
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IL TEMPO (L. PES) - Mile e Lorenzo, due eroi per una notte che regala all'Olimpico (completamente giallorosso) l'ennesimo sogno europeo degli ultimi anni. Due eroi diversi ma accomunati dal legame con chi da un mese a questa parte sta vivendo il suo grande sogno sulla panchina più ambita. De Rossi ha cambiato il destino della stagione di Svilar e Pellegrini: uno era delegato alle serate meno importanti, l'altro intrappolato in uno dei suoi (lunghi) periodi di appannamento. Un destino mutato in un contesto dove invece DDR si è inserito alla perfezione. Quelle serate europee che dal 2018 la Roma vive costantemente o quasi da protagonista e che anche Daniele ora si gode da allenatore dopo averle vissute in campo e sugli spalti.

A farne le spese è ancora una volta il Feyenoord, battuto per il terzo anno di fila (quattro successi su quattro considerando anche il playoff del 2015), stavolta nel modo più bello per un tifoso come De Rossi, ai calci di rigore. Quella lotteria che aveva punito i giallorossi a Budapest e che da 19 anni non vedeva la Roma uscirne indenne: era la Coppa Italia e De Rossi era in campo (fu espulso). Ma stavolta a gioire è stato l'Olimpico e la sua gente, in una serata infinita ed emotivamente delicata per chi ama la Roma. Prima Pellegrini, poi Svilar. Uno domina per settanta minuti, l'altro si esalta ai rigori. Si dividono i meriti di una vittoria alla fine meritata, anche se la copertina se la prende inevitabilmente il portiere serbo che in una settimana ha visto svoltare la sua esperienza nella Capitale e, probabilmente, la sua carriera. Da secondo quasi dimenticato a eroe. Quella corsa sotto la Sud dopo l'ultimo tiro dal dischetto di Zalewski, l'abbraccio coi compagni e quello con il suo allenatore. Colui che lo ha scelto, con forza, per difendere i pali della Roma anche in notti Europee di livello come quella contro gli olandesi.

Era chiamato a dimostrare il suo valore con maggior pressione sulle spalle, e ha risposto presente. In centoventi minuti di gioco era stato chiamato in causa poche volte ma aveva risposto presente quando Gimenez gli si era presentato a tu per tu. Chi invece la partita l'ha dominata finché è stato in campo è capitan Pellegrini. Un gol di rara bellezza (era ora che tornasse a calciare da fuori area con forza e precisione) per rimettere le cose a posto, poi diventa l'uomo ovunque nel centrocampo di De Rossi. Recupera, imposta e rifinisce, la mezz'ala (a detta sua) è il ruolo che preferisce, ma giovedì contro il Feyenoord ha interpretato praticamente tutti i ruoli possibili e immaginabili: dal regista al trequartista. Una pace rinnovata col pubblico romanista dopo mesi di critiche, anche pesanti, soprattutto dopo l'addio di Mou. I ringraziamenti, anche i suoi, vanno a De Rossi. L'uomo che nella tempesta ha saputo mantenere saldo il timone anche quando in molti non credevano fosse pronto per farlo. La rivoluzione tattica, l'insoddisfazione quando le cose non vanno e il coinvolgimento di tutto il gruppo. Sorrisi e voglia di vincere, senza perdere quella sana abitudine ad essere protagonisti nelle notti d'Europa.