Tutti contro Mourinho: il nemico perfetto del calcio perbenista

09/12/2023 alle 10:40.
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Ancora un'inchiesta della procura della Federcalcio, ancora José Mourinho sul banco degli imputati. Rischia una per «giudizi gravemente lesivi» nei confronti dell'arbitro Matteo Marcenaro, l'ennesima da quando allena la Roma. Aveva detto, alla vigilia di -Roma, che gli sembrava un arbitro inadeguato, privo di «stabilità emozionale» e che con lui aveva sempre avuto sfortuna. L'accanimento giudiziario però non servirà a nulla, come non è servito le altre volte, perché Mou continuerà a parlare, a punzecchiare a provocare, a sparigliare con astuzia e a farlo liberamente, come fosse una sfida intellettuale, senza filtri e protocolli. (...)  E legittimato da una stampa servile e moralista che completa l'opera bacchettando chi rompe il giocattolo, chi ribalta la retorica del consenso e del salamelecco. Gli stessi che si accalcano ad intervistarlo e sgomitano alle sue conferenze stampa, nella speranza di sparare un titolone acchiappa click per poi in redazione colpirlo con l'ipocrisia untuosa della predica. Figuriamoci come può reagire questo ambiente alle ripetute frecciate dell'allenatore romanista, alle sue intemperanze quando salta dalla panchina e ne dice due al quarto uomo come pervaso dalla trance agonistica, alla sua smania continua di far saltare il banco, di sporcare il quadretto, di irridere gli interlocutori di dominarli nella loro stessa lingua. Lo hanno accusato di populismo sportivo, di narcisismo tossico, di rappresentare un pessimo esempio per i giovani, addirittura di semina-re odio e di fomentare la violenza dei tifosi, un ghignante villain della Marvel che vuole distruggere la florida cittadella del pallone, il nemico perfetto per il bolso governo del calcio italiano animato nel migliore dei casi da cafoni che predicano le buone maniere. Solo contro tutti, uno spartito che il portoghese recita a meraviglia da quando fa questo mestiere. (...) Mourinho ha sempre lasciato ricordi potenti (chiedere agli interisti) aldilà dei trofei vinti ed è abituato a ricevere onori e pubblica ammirazione, ma quel che è successo a Roma trascende ogni dimensione, il fervore collettivo che lo accompagna è riuscito a stupire e a scuotere il cuore anche a uno che in carriera ha vinto 26 titoli tra coppe e campionati, corteggiato dagli emiri sauditi che da anni gli promettono valanghe di milioni. Ci sarà anche un po' di furbizia, un po' di ammiccamenti studiati (il famoso "populismo"?), ma il trasporto e la simbiosi di Mourinho con la piazza romanista è davvero totale. Un incastro ideale quello tra l'ego dilatato del tecnico portoghese e il cuore di una città scettica e fatalista ma capace di vivere amori folli e passioni sferzanti, di innamorarsi come nessuno mai. (...)

(Il Dubbio)