IL TEMPO (L. PES) - Chiusura col botto. Il 2023 della Roma si chiude con una delle sfide più sentite e più complesse: quella contro la Juventus a Torino. Stasera allo Stadium (fischio d'inizio ore 20.45, diretta Dazn) Mourinho si gioca le sue carte per la corsa alla Champions, ma nella conferenza stampa della vigilia si parla anche di altro, soprattutto di mercato con la questione Bonucci che ha tenuto i tifosi giallorossi sulle spine nei giorni di Natale. "Per la mia opinione personale, il cuore di un club sono i tifosi però ci sono le proprietà e le strutture dei club, che sono sovrane. Le decisioni sono loro. Ma per me il cuore di un club sono i tifosi, quando fai qualcosa che piace ai tifosi stai alimentando quella passione. Quando fai una cosa che non piace ai tifosi, secondo me non si deve fare. Più di questo non posso dire". Poca da aggiungere all'ammissione del tecnico su una valutazione ambientale dell'affare Bonucci, in prima persona lui.
Capitolo chiuso quindi, ma ora il portoghese spera che il difensore possa arrivare presto e non risparmia parole per dirlo pubblicamente. "Noi sappiamo da sei mesi che Ndicka andrà via e che Kumbulla non sarò disponibile da titolare già a gennaio. Da tre mesi, sappiamo che Smalling non ci sarebbe stato a gennaio. Adesso sappiamo anche che Mancini e Cristante sono diffidati, pensa allo scenario con un unico difensore centrale per una partita. Conosciamo la situazione da molti mesi. Ho promesso a me stesso di dare tutto al di là delle circostanze".
Parole anche per Renato Sanches, che dopo l'ultimo allenamento con i compagni è partito per Torino: "Di Renato non ho informazioni sul fatto che vada via, né da parte sua, né dei procuratori che sono anche i miei, né del direttore Pinto. Renato vive una situazione complicata, lo è anche per me e per la rosa".
Non dà indicazioni di formazione Mou, che per sua stessa ammissione ha anticipato l'incontro con la stampa proprio per non arrivare davanti al microfoni dopo la rifinitura. Dybala ci sarà, e probabilmente partirà titolare, e anche Pellegrini si gioca le sue chance per tornare dall'inizio. Ma il tecnico resta concentrato sull'avversario che rispetta profondamente. "La Juve è la Juve e Allegri è Allegri. Sappiamo quello che aspettarci dalla Juve e da Max. Quando si parla di squadra e allenatore risultatista, io lo interpreto come la cosa più importante nel calcio, ovvero fare il risultato. C'è gente oggi che quando si parla di risultatisti pensa sia un qualcosa di negativo, per me è una connotazione positiva. La Juve è risultatista, difende tanto e bene, sulle palle inattive hanno fatto molti punti. Giocano una partita alla settimana e questa significa tanto lavoro tattico, tanti giorni di lavoro. Stanno lì con l'Inter per lo Scudetto".
Lo scorso anno la Roma strappò un pareggio grazie ad una perla di Dybala, e in generale il conteggio delle vittorie nel nuovo stadio bianconero è fermo a una, quella con Fonseca in panchina in piena estate quando purtroppo i punti non contavano più. Tanto vale provarci.