La Roma batte il Sassuolo e si prende il quarto posto, ma la scena viene rubata da Josè Mourinho nel post-partita. "L'idioma di José l'ha già esibito per "protesta bianca" Mourinho, sempre più distante dal sistema Italia. Il suo italiano è ancora balbettante e deferibile: dice giurno invece di giorno e divorcio invece di divorzio. Quando sarà costretto a lasciare la Roma, il nostro campionato perderà qualcosa di unico e irripetibile", scrive Ivan Zazzaroni. Così invece Andrea Sorrentino: "E ben vengano le polemiche verso il sistema, anche se a volte sgangherate (capita) tanto da far inarcare il ciglio dei benpensanti a comando: non si ha forse bisogno di un po' di pepe fuori dal campo, se il campo in sé provoca sbadigli? Che male c'è a smuovere questa calma piatta, a cercare consensi o a provocare reazioni di pancia"
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
IL MESSAGGERO - A.SORRENTINO
Falamos portugues, perché ...lo spariglio, l'uscita dai binari, la guerra fredda al politicamente corretto possono salvarci dall'azione corrosiva del già visto, del già detto, dell'abitudine. E allora parliamo portoghese, come Mourinho nella sua ultima trovata situazionista, per sberleffo e per soddisfazione. (...) . Mourinho e Sarri hanno squadre di livello medio, per giunta finora abbandonate dagli erratici Pellegrini e Felipe Anderson, che mancano un sacco; eppure. anche con le fatiche di coppa sud groppone, stanno uscendo dall'anonimato di inizio stagione (la Lazio fatica di più, ma la Champions ha pesato). E ben vengano le loro polemiche verso il sistema, anche se a volte sgangherate (capita) tanto da far inarcare il ciglio dei benpensanti a comando: non si ha forse bisogno di un po' di pepe fuori dal campo, se il campo in sé provoca sbadigli? Che male c'è a smuovere questa calma piatta, a cercare consensi o a provocare reazioni di pancia, quale vero danno si fa al Signor Calcio se si tira fuori una polemica per sentirci vivi, per stanare qualcuno? I tesserati sono ormai tutti allineati e coperti, atterriti all'idea di suggerire un titolo sui giornali, e i dopopartita sono ghiaccio puro: sparita pure la zona mista negli stadi, niente più colloqui tra cronisti e giocatori a caldo, in un surreale prolungamento dell'emergenza Covid. (...)
IL GIORNALE - T. DAMASCELLI
(...) La Roma ha vinto sul Sassuolo, arbitro e Berardi ininfluenti. Smentite le profezie dell'arruffapopolo portoghese e della sua orchestra, ieri un altro espulso tra i suoi collaboratori di bordo campo, ormai non fa piu notizia tanto a grottesca la cronaca dell'ex special one che, a completare la propria recita, nel dopo partita si a presentato esprimendosi esclusivamente nella sua lingua madre portoghese, nuovamente insultando Berardi, per poi svignarsela, lasciando all'interprete la decodifica del domizio. Ben ci sta, Mou gode di grande claque anche tra i giornalisti, lui se la spassa sul triclinio e può permettersi la qualunque, anche il dispregio dell'avversario tra gli applausi dei cortigiani. Comunque la sua Roma è quarta, in zona champions league ma convive con il Napoli e, alle spalle staccate di uno e due punti, seguono Fiorentina e Bologna, L'Atalanta potrebbe aggiungersi stasera, vincendo a Torino, dunque i giochi, di mediocre quality, sono aperti. Come diciamo noi, in lingua italiana.
LA REPUBBLICA - P. CONDO
(...) L'altro risultato forte di giomata e stato il successo della Roma, il sesto nelle ultime otto gare, che aggancia la squadra di Mourinho all'orbita Champions. Dopo it pesante ko col Genoa di fine settembre, ha messo a punto un metodo che funziona contro le avversarie di livello medio-basso, vedremo da qui a Capodanno contro le medio-alte: e basato sulla coppia Lukaku-Dybala, sull'impeto dei finali nei quail gioca con l'orologio meglio di chiunque altro, e sul clima che Mou crea. Nello show montato prima e dopo il Sassuolo c'e un regolamento di conti con Berardi — inseguito a lungo sul mercato, chissa com'e andata — , un lamento arbitrale preventivo andato a segno (intervento borderline di Mancini non sanzionato) e il colpo di scena dell'intervista in portoghese da parte di uno che 15 anni fa, alla prima conferenza stampa in Italia, se ne uscì con "non sono un pirla". No, non lo e davvero.
CORRIERE DELLO SPORT - G.D'UBALDO
Ci vuole sempre Dybala con le sue magie, il suo inesauribile talento. Ci vuole Dybala, che regala due palloni d'oro a Kristensen, realizza il rigore, guida la rimonta contro il Sassuolo e ribalta il risultato in sei minuti, dopo un'altra partita in salita. Una settimana fa era stato decisivo contro l'Udinese, ieri è arrivato il suo secondo gol consecutivo. Mourinho l'aveva preparata alla vigilia, non era stato incauto, ma aveva messo in atto una fine strategia: Marcenaro non ha fatto danni (anzi!) e nella ripresa con i cambi lo Special One ha messo la Roma nelle condizioni dì conquistare tre punti preziosissimi che la portano in zona Champions, affiancando il Napoli al quarto posto. (...) Sono tredici i gol realizzati nell'ultimo quarto d'ora. Non sono un caso, nessuna squadra in serie A riesce a risolvere le partite nel finale come la Roma. Sono il risultato di un grande feeling tra l'allenatore e i suoi giocatori, che lo seguono e sono riusciti ad assimilare il suo carattere, la sua voglia di non mollare mai. (...)
CORRIERE DELLO SPORT - I. ZAZZARONI
(...) Per la prima volta in due anni e mezzo la società - nella persona di Pinto - ha difeso pubblicamente l'allenatore, oltretutto con una certa decisione: a pochi minuti dall'inizio Pinto, ai microfoni di Dazn, ha fatto quello che avrebbe dovuto fare anche in passato. La quarta è un'altra prima volta: Kristensen è sembrato un giocatore. La quinta è una non-notizia: i: cambi di Mourinho sono stati decisivi, ancorché favoriti, ma solo in parte, dall'espulsione di Boloca, il migliore dei suoi. Mi evito la traduzione in portoghese, che è la mia seconda lingua: l'idioma di José l'ha già esibito per "protesta bianca" Mourinho, sempre più distante dal sistema Italia. Il suo italiano è ancora balbettante e deferibile: dice giurno invece di giorno e divorcio invece di divorzio. Quando sarà costretto a lasciare la Roma, il nostro campionato perderà qualcosa di unico e irripetibile e i tifosi giallorossi si ritroveranno senza il Re - O Rei - dell'appartenenza. (...)
CORRIERE DELLO SPORT - U. TRANI
(...) La recita è quasi sempre identica, a prescindere dall'avversario. Sono dettagli che si ripetono e che vanno catalogati. Dai regali dei singoli - quindi-dai vizi - si passa alle intuizioni di Josè, cioè alle virtù. Dai difetti, e Mou non riesce a cancellarli, ai pregi, decisivi quanto le gaffe. E ormai, il ribaltane, c'è proprio quando te l'aspetti: appena la partita sta per arrivare alla conclusione, ecco lo scatto giallorosso fondamentale per vincere sul traguardo e, se capita, addirittura al fotofinish. (...) Ancora una volta ci ha pensato Mou a sistemare la questione. Subito dentro, dopo L'ntervallo, Kristerisen per Karsdorp e Azmoun per Bove. E, con il Sassuolo in 10 per l'espulsione di Boloca (minuto 63), spazio a Pellegrini per Mancini e ad El Shaarawy (minuto 67), con Cristante arretrato in difesa. Pareggio e sorpasso sono stati firmati da Kristensen che ha costretto Erlic al fallo da rigore, poi trasformato da Dybala, e realizzato la seconda rete, pure se con la collaborazione di Tressoldi (deviazione fatale) (...)
LA GAZZETTA DELLO SPORT - A. VOCALELLI
È così il campionario - o meglio il libro del meglio o del peggio a seconda dei punti di vista - si è arricchito di un nuovo capitolo. Dopo il gesto delle manette, dopo «il rumore dei nemici», dopo «la prostituzione intellettuale», dopo il sarcasmo dei «zero tituli» - tra l'altro indirizzato proprio alla Roma - o dopo il gesto del bambino che piange rivolto poche settimane fa a Palladino, stavolta Mourinho se n'è inventata un'altra. Anzi, l'ha studiata con cura. Perché dopo l'infuocata conferenza della vigilia, l'apertura di un'indagine e la possibilità di un deferimento, c'era bisogno di qualcosa di forte. E così è stata Una lunga dichiarazione in portoghese, senza prendere fiato per non permettere all'interlocutore di intervenire, che ha mandato in tilt chi stava ascoltando (...) Di sicuro, e la lettura è così banale da non essere probabilmente all'altezza di un mago della comunicazione (sia chiaro senza alcuna ironia), probabilmente Mourinho aveva solo bisogno di chiudere il cerchio. Dopo aver attaccato i giocatori per il pareggio con il Servette, c'era prima bisogno di spostare velocemente l'attenzione su altri bersagli alla vigilia e poi trovare il modo per ridimensionare o addirittura scusarsi - si offenderà Mourinho per questo? - senza farlo esplicitamente. Già, perché qual è il sottinteso? Ora parlo nella mia lingua, perché nella vostra non mi capite o fate finta di non capirmi. L'operazione, per la verità, è riuscita solo parzialmente. Perché anche la tesi finale - non concedo fair play a chi ha un giocatore che non conosce il fair play - non è da Mourinho. (...)
IL TEMPO - T. CARMELLINI
La Roma non sbaglia, vince una partita fondamentale per il suo cammino in campionato e si aggiudica la seconda trasferta in questa Serie A: non male visto che nel 2023 sono stati solo cinque (con questo) i successi campionato lontano dall’Olimpico. Arrivano tre punti pesantissimi, di nuovo in rimonta, per i giallorossi che agganciano il Napoli al quarto posto e mettono un piede in zona Champions. Ma punti a parte è il trend dell’ultimo periodo che fa sorridere Mourinho: otto partite, sei successi, un pari e una sola sconfitta. L’uomo attorno al quale tutto ruota è sempre e ancora Dybala, ma stavolta il campione del mondo argentino trova al suo fianco un aiutante inaspettato: Kristensen. L’esterno danese, entrato nella ripresa per Karsdorp, ha rimediato il rigore del pareggio e segnato il secondo gol che vale il successo ai giallorossi. Al Mapei Stadium si parte Con un copione già visto più volte. La squadra di Mourinho parte forte, gioca venticinque minuti a una porta, poi la prima nolta che il Sassuolo attraverso la sua metà campo passa in vantaggio. Berardi sbuccia in malo modo un tiro in porta che si trasforma in prezioso assist per Matheus Henrique: fa 1-0. Ma gol del vantaggio a parte questo il trend della prima parte della partita. La Roma domina, spinge, crea occasioni ma non riesce a passare e le rare volte che i padroni di casa ripartono Il dietro i giallorossi ballano: sempre. Dall’altra parte del campo viaggia tutto o quasi sull asse Dybala-Lukaku. Al quarantesimo il belga si trasforma di nuovo in uomo assist per la girata a rete dell’argentino con Consigli che però toglie la palla dall’incrocio dei pali. Nella ripresa Mourinho cambia la serata giallorossa: fuori Karsdorp entra Kristensen e Azmoun va in campo per Bove. Va subito meglio ma la svolta arriva dopo un’ora esatta di gara quando Boloca entra duro su Parades: per l’arbitro Marcenaro è giallo ma il Var lo richiama e il cartellino cambia colore. Rosso che lascia il Sassuolo in dieci. Da qui è un’altra partita, la Rome continua a crescere, Mou cambia ancora e mette anche Pellegrini ed ElSha. Però ci pensa Kristensen a decidere la serata giallorossa. Prima subisce fallo in area da Erlic e manda Dybala sul dischetto per il pareggio (Consigli la tocca ma non basta: sette su sette per l’argetino da quando è alla Roma), poi realizza il gol che vale tre punti pesanti per la Roma: gran tacco di Dybala che manda l’esterno in porta, poi la deviazione fortunosa batte l’estremo difensore del Sassuolo per la seconda volta. Nei minuti rimanenti la Roma potrebbe fare il terzo gol almeno in altre due occasioni con ElSha e Pellegrini, ma il Sassuolo tiene e anzi rischia le beffa finale. Finisce cosi e i tre fischi dell’arbitro Marcenaro arrivano come liberazione per i giallorossi che tornano così in orbita. La festa può iniziare cosi come lo show di Mourinho: il tecnico si presenta ai microfoni parlando in portoghese, si congratula con i suoi e mena con un fabbro sul resto del mondo. E lo Special One…