IL PUNTO DEL LUNEDI - ZAZZARONI: "Mourinho ha trovato il posto nel mondo che cercava" - DI CARO: "Sarebbe lui l'allenatore giusto per un progetto coi giovani?"

18/12/2023 alle 10:18.
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La sconfitta di finisce sotto le parole di Mourinho che annuncia pubblicamente la sua volontà di restare alla Roma. "Magari ha ragione. Ma è lui l'allenatore giusto per questo progetto? Con il secondo ingaggio della Serie A? Senza i campioni, a cui Mou è sempre stato abituato, servono gioco e idee: i giovani non basta farli esordire, bisogna farli crescere grazie a uno spartito. Come fa Motta..." gli risponde idealmente nel suo corsivo Di Caro sulla 'Gazzetta dello Sport'. 

"Ha trovato il posto nel mondo che cercava, l'amore della gente della quale ha bisogno" approfondisce Ivan Zazzaroni commentando i desideri dell'allenatore portoghese.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


A. DI CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT

(...) Nel giorno del ricordo di Mihajlovic, che aveva tracciato il solco su cui Motta sta plasmando una squadra sorprendente, il ha battuto nettamente la Roma conquistando il quarto posto solitario. Per un'ora Motta ha dato una lezione di calcio: organizzazione, palleggio, movimenti con e senza palla, inserimenti, con Zirkzee centravanti di manovra e regista offensivo vero pericolo costante. Sponda, palla sugli esterni, cross indietro: lo schema ha messo in crisi la difesa della Roma più volte. Il merita la sua classifica e può credere all'Europa. AI terzo anno di gestione-Mou la Roma è lenta e impacciata a centrocampo, senza gioco e idee, sempre lontana dagli avversari per fare un pressing utile, è legata quasi solo a due uomini un grande centravanti in prestito (Lukaku) e un grande talento di proprietà (Dybala) ma estremamente fragile. Oggi mancavano entrambi e il risultato si è visto.

Il piatto torna a piangere: Roma seconda nel girone di Europa League dietro lo Slavia Praga e settima in campionato (in attesa dell'Atalanta stasera). Mou con la solita abilità comunicativa ha spostato l'attenzione dalla quinta sconfitta parlando del suo futuro: vuole restare a Roma ma fa capire che sarebbe meglio in futuro, visto il Financial fair play, puntare più sui giovani che su presunti grandi da recuperare o senza entusiasmo. Magari ha ragione. Ma è lui l'allenatore giusto per questo progetto? Con il secondo ingaggio della Serie A? Senza i campioni, a cui Mou è sempre stato abituato, servono gioco e idee: i giovani non basta farli esordire, bisogna farli crescere grazie a uno spartito. Come fa Motta...


I.ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT

(...) «Voglio restare alla Roma, se andassi via non sarebbe per mia decisione». Quando un allenatore di 61 anni a gennaio, e quindi ancora giovane, uno che ha vinto tutto e ovunque, se ne esce dopo una sconfitta con una dichiarazione del genere, aggiungendo che i milioni arabi - tantissimi - non gli interessano, il calcio europeo e quello italiano dovrebbero applaudite sentendosi gratificati. Mourinho non chiede più soldi, non pone condizioni particolari - conosce perfettamente la realtà finanziaria del club - eppure è pronto a restare: ha trovato il posto nel mondo che cercava, l'amore della gente della quale ha bisogno. Vuole continuare a lavorare, soffrire, subire i limiti di una squadra costruita male e con poco. Vuole la Roma. Confesso che sono rimasto sorpreso: non è normale che un personaggio della caratura, dei trascorsi, della sofisticatezza di Mourinho -gli occhi lucidi - si butti nella bocca del leone (in questo caso americano) senza protezione, senza alcuna strategia. Non è normale, ma è bellissimo.


T. CARMELLINI - IL TEMPO

Dal paradiso all'inferno in poco più di novanta minuti. La Roma si schianta a , sbatte contro il muro concreto di Thiago Motta che vince meritatamente lo scontro diretto per il quarto posto pass per la e continua a sognare in grande. Il aspetta, poi cresce, gioca e alla fine castiga la Roma restando da sola al quarto posto: meritatissimo perché, oltre a due o tre elementi di spessore assoluto, gli emiliani giocano davvero un gran calcio. Ma se a splende il sole a Roma invece nevica di brutto. Tutto storto, perde senza storia nonostante un errore arbitrale che poteva mettere diversamente il pomeriggio del Dall'Ara. Ma Guida non deve e non può diventare un alibi per nessuno. La sostanza è chiara senza Dybala e Lukaku la Roma è un'altra cosa, manca la qualità in mezzo al campo, così come la spinta offensiva in grado di far venir giù le difese avversarie. Anche ieri la Roma ha creato, tenuto la palla, ma non è mai riuscita ad essere davvero pericolosa
e soprattutto si è dimostrata di nuovo debole in difesa, specie quando il veniva su in velocità palla al piede.

Due gol fotocopia, per metodo e applicazione che dimostrano come la squadra di Thiago Motta abbia bene in mente cosa deve fare in mezzo al campo. La Roma invece senza la qualità degli assenti sembra persa, smarrita nella sua mediocrità e i rari acuti non riescono mai nemmeno a scalfire la corazza rivale. Inoltre si innesca un altro caso, nuova grana per Mourinho che dovrà gestire l'umore di Renato Sanches messo dentro nelle ripresa e tolto dopo un quarto d'ora: scelta tecnica che il fantasista ha mostrato chiaramente di non aver gradito. [...]

Peccato, perché se in questo trittico di fine anno la Roma aveva una chance per fare punti era proprio nella sfida andata in onda ieri a : zero su tre sarebbe un ecatombe davvero. Pessimo modo di iniziare un 2024 che si aprirebbe tutto in salita.

IL MESSAGGERO - A. SORRENTINO 

Abituato al tartufo e ai vinelli pregiati in un passato che gli appare sempre più remoto, Mourinho ha provato il miracolo a impiattando il quinto quarto, come da tradizione della cucina romana: animelle, fegatelli e frattaglie varie. D’altronde i quarti nobili non c’erano: Smalling, ormai detto il fu Mattia Pascal; Dybala dalle fibre di seta e Lukaku dagli indecifrabili impulsi e pensieri.

Alle prese col piatto povero che non ha in repertorio, José è andato in confusione inserendo Sanches, ma alla fine, oltre a infierire sulle “cicatrici emotive” di Renato, ha tirato fuori una dichiarazione d’amore delle sue, la stilo immersa nell’arsenico: “Voglio stare qui, ma con una squadra di giovani”. Sottotesto, dedicato ai boss: inutile che mi riempiate la rosa di scommesse e tendini infiacchiti, se il cammino da fare è penitenziale allora ammettiamolo coi fatti, rinunciamo al cerone e mostriamoci per quelli che davvero siamo. Ovvero un club che non può arrampicarsi in alto e riparte dal basso.

Perché quando si parla di aprire ai giovani, è segnale chiaro di progetti di piccolo calibro, non destinata immediate ribalte.  Che lui li voglia accettare e addirittura incarnare, è una sorpresa e sarebbe un unicum nella sua carriera: ci crede davvero, al progettone del vivaio, lui che i bambini li ha sempre inseriti solo se costretto? Pare piuttosto una mossa per stanare l’imperscrutabile capoazienda, e intanto aprirsi una via di uscita.