I pugni stretti e un urlo liberatorio verso la panchina. Quello di Belotti «è gol, è gol». Ma il 3-0 del Gallo è anche la certificazione del pericolo scampato. Gioco, partita, incontro. José Mourinho e la sua Roma tornano a vincere fuori casa dopo sei mesi e con i 4 gol al Cagliari si regalano due settimane di serenità dopo le tante voci dei giorni scorsi. Allontanando i fantasmi e rispendendo al mittente i dubbi dei Friedkin sul futuro della guida tecnica. Cagliari-Roma valeva tanto più dei tre punti in palio. «Non sono più un ragazzo e so quello che voglio per me - ha commentato Mourinho a fine gara - Ho un contratto fino al 30 giugno e darò tutto per la Roma fino alla fine, provando a raggiungere i risultati che vogliono la proprietà e i tifosi» (...) «A Trigoria viviamo in una bolla. Io, i miei giocatori e il mio staff. Pensieri? L'unica cosa a cui abbiamo pensato è stata vincere contro il Cagliari. Io poi sono uno che vive molto isolato dal rumore che arriva da fuori». Come a dire: lascio parlare il campo, al resto non ci penso. Con i tre punti di Cagliari la Roma risale al decimo posto in classifica, non troppo lontana dalla zona Champions League: «Contro il Ca-gliari era importante trovare solidità ed equilibrio. Non abbiamo sofferto il contropiede e con Paredes e Bove abbiamo trovato un po' più di compattezza. Siamo contenti della vittoria ma è chiaro che non posso esserlo per gli 11 punti in classifica. Dovevamo farne di più, ma siamo li, a pochi punti dai posti in cui vogliamo arrivare. Peccato per la sosta, spero di riuscire a recuperare gli infortunati» (...)
(La Repubblica)