Dici cervelli in fuga e pensi a scienziati e stimati professionisti da riportare a casa per il bene del Paese. Oppure a Paul Pogba, tanto per fare un esempio, giocatore, milionario, tiktoker, pure sospeso per doping. Non proprio un cervello, insomma, il prototipo dei giocatori che percepiscono i loro stipendi a sei zeri con una fiscalità di favore grazie alle assurde leggi dello Stato. Ecco, per i primi il governo Meloni ha varato una stretta che, senza guardare in faccia a nessuno e facendo di tutta l'erba un fascio, renderà meno vantaggioso far rientrare queste competenze in Italia. Per i secondi, invece, si sono mossi ministri, scomodati i tecnici, mobilitati i media, pur di scongiurare un intervento che avrebbe sfondato i bilanci di mezza Serie A. […] La verità è che sul tema ci sono spinte divergenti, nel governo (pare che il taglio piacesse a Meloni in persona, a caccia di soldi - anche se qui parliamo di poche decine di milioni - e facile consenso), e persino nel pallone (la Serie A difende 1 privilegio, ma non Assocalciatori e Figc perché sfavorisce gli italiani). L'accordo trovato tra Leo e Abodi sarebbe quello di una modifica, ma ragionata e sicuramente non retroattiva. Oggi lo sgravio scatta dal milione in su, quindi praticamente per qualsiasi giocatore di Serie A. Il compromesso potrebbe essere alzare la soglia (a 3, 4,5 milioni?), per applicarla solo ai campioni che guadagnano tanto, eliminando la distorsione per cui a una squadra di Serie A conviene più comprare uno straniero scarso che un giovane italiano. Sarà oggetto di trattative, e la lobby del pallone ha già dimostrato di saper far sentire la sua voce più forte di altre categorie (e ancora non è sceso in campo Lotito!). Ma l'idea è che lo strumento, se proprio deve rimanere, almeno venga limitato a pochi calciatori. Che non saranno proprio dei cervelli in fuga, ma nemmeno i pipponi che si vedono oggi in giro in Serie A. E pagano pure meno tasse.
(Il Fatto Quotidiano)