CORSPORT - L'allenatore del Frosinone Eusebio Di Francesco ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva sull'edizione odierna del quotidiano sportivo. Il tecnico, tra le altre cose, è tornato sull'esperienza da allenatore della Roma dal 2017 al 2019, terminata dopo l'eliminazione agli ottavi di Champions League contro il Porto. Queste le sue parole:
"Facciamo un passo per volta. Intanto è il momento di raccontare che la Roma non mi esonerò per quella partita. Sono stato io il primo a farmi da parte. Avevo comunicato ai dirigenti che non ero più a mio agio nella Roma, anche a causa del litigio con un calciatore".
"Assolutamente no, con lui ero e sono in ottimi rapporti. Come con De Rossi. Non dico il nome per rispetto. Ma anche se ci fossimo qualificati contro il Porto, forse mi sarei dimesso".
Comunque, si era rotto tutto per un mercato sbagliato a meno di un anno dal 3-0 al Barcellona. Perché non si ribellò alle operazioni di Monchi?
"Chi dice che non mi sono opposto? Non l'ho fatto pubblicamente, semmai".
Mourinho e Conte avrebbero scatenato l'inferno.
"Bravi loro che ci riescono. Io ho un altro carattere e ho preferito gestire la questione all'interno, tanto è vero che con Monchi litigammo e non parlammo per molti giorni".
Non si rimprovera niente di come sia finita con la Roma nel 2019?
"Beh, dopo la semifinale di Champions avrei potuto scegliere un'altra squadra. Ma ero troppo legato alla Roma e decisi di rimanere. Semmai non mi sarei dovuto arrendere nel momento di difficoltà: in fondo eravamo quinti in classifica nonostante i problemi di organico e a Oporto eravamo stati eliminati in modo immeritato".
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Mourinho non passa mai di moda.
"Qui parliamo di un'icona, è un allenatore che sta sopra a tutti noi. Fenomenale per personalità e comunicazione. E sa sempre quello che vuole: il risultato. Se poi chiedi il gusto personale, parlo di tecnici diversi e magari emergenti. Tipo De Zerbi".
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