Che il calcio ormai sia cambiato, lo raccontano anche le tecnologie. Prendete il caso di Leandro Paredes che insieme ai suoi compagni di squadra dell’Argentina, per abituarsi all’altitudine dello stadio Hernando Siles di La Paz – 3.637 metri di altitudine sul livello del mare – appena arrivati in Bolivia si sono fatti immortalare ad alcuni tubi che consentivano loro di respirare ossigeno per evitare il contraccolpo dell’aria rarefatta nel match giocato ieri e valido per le qualificazioni mondiali. [...] Se si pensa che Paredes è stato in fondo l’unico acquisto del club giallorosso in estate (gli altri sono arrivati in prestito oppure da svincolati), è ovvio che le aspettative siano alte. Non tanto per i 2,5 milioni del cartellino (più altri due milioni di bonus) o per gli 8 milioni d’ingaggio (quelli che prendeva al Psg) e che spalmerà in giallorosso fino al 2025, ma per quella leadership che un regista di centrocampo deve avere. [...] Sulla carta l’argentino – riconquistando una condizione fisica elevata che gli consenta di giocare ad alti ritmi – avrebbe tutto per fare bene. Ha esperienza, senso della posizione, tiro in porta e soprattutto quella capacità di verticalizzare che Mourinho pretende per innescare l’attacco. Certo, se la difesa nei primi turni è andata in sofferenza, il motivo va ricercato anche nel filtro meno rigido dell’ex Psg rispetto a quello fornito da Cristante, ma almeno la fase offensiva dovrà crescere. La sensazione, però, è che per adesso Paredes non sia né carne né pesce. Sarà per questo che la Roma abbia cominciato il campionato a dieta di punti.
(gasport)