Nel processo legato alla realizzazione del nuovo stadio della Roma è stato ascoltato l'imprenditore Luca Parnasi, accusato di aver comprato il favore dei politici e funzionari del Campidoglio. Ha ripercorso le tappe del progetto, partendo dal vincolo della Sovrintendenza sull'Ippodromo di Tor di Valle, che avrebbe rischiato di far saltare il progetto. Secondo l'accusa sarebbe riuscito a scavalcare il problema a suon di incarichi conferiti a fronte di lavori mai effettuati. "Per l'acquisto del terreno e i lavori le spese superarono i 70 milioni. Quando abbiamo acquistato il terreno abbiamo chiesto al Ministero se sull'area ci fossero vincoli e la risposta fu negativa", così ha detto Parnasi.
Per l'accusa a questo punto l'imprenditore avrebbe ingaggiato l'avvocato Claudio Santini e l'architetto Paolo Desideri, legati al sovrintendente Francesco Prosperetti che avrebbe dato parere favorevole al superamento del blocco. "Santini l'ho nominato in quanto avvocato esperto della materia, ci conoscevamo bene", dichiarazioni di Parnasi che vanno in controtendenza con quanto detto negli interrogatori del 2018: "Fu lui a cercarmi quando seppe questa cosa, disse che aveva un forte rapporto con Prosperetti, questa fu la ragione per la quale gli diedi l'incarico". Per l'accusa poi Santini avrebbe ottenuto da Parnasi 53.440 euro per la mediazione illecita finalizzata al superamento della proposta di vincolo, emettendo fatture inesistenti per attività mai svolte. Poi si è parlato di Desideri: "Fu scelto da me per realizzare la stazione di Tor di Valle", mentre per l'accusa sarebbe stato ingaggiato per fare un favore a Prosperetti.
(Il Messaggero)