IL PUNTO DEL GIOVEDÌ - ZAZZARONI: "Sconfitta che vale una vittoria" - CONDO': "Mourinho sacerdote della Roma" - DALLERA: "L'era del silenzio deve finire qui"

01/06/2023 alle 11:16.
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La delusione della finale di Budapest arriva nei corsivi anche del giorno successivo sui giornali. "Una sconfitta che vale una vittoria, per tutto quello che si porta dietro e dentro" scrive Ivan Zazzaroni. I pensieri vanno su Mourinho anche per Condò: "I due stadi riempiti di passione, l'Olimpico era esaurito come se la partita si giocasse lì —testimoniano di un lavoro eseguito e di una passione che sarebbe un peccato disperdere".

Di Caro, dalle pagine della 'Gazzetta dello Sport', aggiunge anche il futuro di Tiago Pinto ai dubbi: "Mou dovrebbe restare. Così come servirà capire anche il futuro di Pinto che prima della partita ha usato parole che lasciano aperti i dubbi".

 


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT

Che gli vuoi dire? Hanno dato tutto, molto più di quello che avevano in corpo. I ragazzi di Mou sono arrivati sfibrati, i più importanti - Dybala, Pellegrini, Matic - si erano persi per strada, uno dopo l'altro. Centoquarantasei minuti di sofferenza hanno (e abbiamo) vissuto: sprecate le occasioni migliori, resta una traversa all'ultimo minuto e poi quel tristissimo epilogo ai rigori, dopo la mezzanotte. [...]

Una sconfitta che vale una vittoria, per tutto quello che si porta dietro e dentro. Non finirò mai di ringraziare Mourinho per questi due anni chiusi all'ultimo, per la competitività che ha garantito a una squadra piena di difetti tecnici e di vuoti, ma ricca di cuore, di voglia di far bene. Una squadra per certi versi indimenticabile. [...] Sto ancora illudendomi che ci possa essere un terzo e un quarto anno perché quello che lui ha saputo dare a una parte della città e a chi è riuscito a coinvolgerlo è straordinario. [...]


P. CONDO' - LA REPUBBLICA 

Qual è il compito ultimo di un allenatore? Vincere i trofei? Migliorare i giocatori? Crescere i giovani? Ecco, nel momento in cui la Roma piange su una finale perduta ai calci di rigore ci piace pensare che un grande allenatore debba saper fare tutte le cose che abbiamo indicato, ma che il suo compito ultimo, ciò per cui verrà ricordato o meno, sia quello di trascinare la gente allo stadio. José Mourinho ha conquistato due finali in due anni, ma la coppa vinta resta una, la Conference di Tirana. C'è un vincitore che è il Siviglia, c'è una sconfitta che è la Roma.

Ma i due stadi riempiti di passione, l'Olimpico era esaurito come se la partita si giocasse lì —testimoniano di un lavoro eseguito e di una passione che sarebbe un peccato disperdere. Non c'è un lembo delle magliette giallorosse che non sia intriso di un sudore profondo, ed è di questo che si è innamorata la gente. Mourinho ne è stato il gran sacerdote: sappiamo che non passerà alla storia del calcio per la bellezza del suo gioco, ma in fondo sono anni che in quella storia già ci abita per la capacità di ispirare un ambiente. [...]


A. DI CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT 

Una grande amarezza. Mourinho, l'uomo che non ha mai fallito una finale, stavolta si ferma ai rigori e la Roma perde l'occasione di una storica doppietta dopo la vittoria della Conference League. [...] Le lacrime alla fine di Dybala sono quelle di tutto il popolo romanista e fanno male. In un colpo solo la Roma perde la Coppa, il conseguente ingresso alla prossima e gli introiti che garantisce. Come contro il Liverpool nella Coppa dei Campioni del 1984 il sogno della Roma si ferma ai rigori. [...]

I tifosi della Roma hanno vissuto questa partita con una doppia ansia: quella di vincere la Coppa e poi quella di conoscere il futuro di Mourinho. Col timore che il tecnico potesse a fine gara annunciare il suo addio, magari proprio dopo l'impresa. Finora tutto tace. Si vedrà. Ma Mou dovrebbe restare. Così come servirà capire anche il futuro di Pinto che prima della partita ha usato parole che lasciano aperti i dubbi. [...]


D. DALLERA - CORRIERE DELLA SERA

Giudicare, e decidere, in base a delusione e rabbia, non è mai intelligente. Questa vittoria che sfugge sul più bello, colpa del destino che contempla anche un maledetto autogol di Mancini, non può essere fonte di riflessioni illuminate. E' arrivato il momento del dialogo, tra Mourinho e i Friedkin, è da questo incontro, e anche da una sconfitta, che si può e si deve partire. L'era del silenzio e dell'incompatibilità deve finire qui. Mou ha dichiarato il suo amore per la Roma, per i tifosi, per la squadra, chi non lo ha seguito e capito è stato o cacciato, o accantonato, la dimensione sentimentale a volte prevale su quella tecnica con José Mourinho. [...]

Mourinho ha rivelato che i suoi capitani, Pellegrini e Mancini, conoscono verità e futuro. Una delle sue tante stranezze di una vita da Mou, perché quelli informati devono essere i Friedkin, padre e figlio, la proprietà della Roma. Chissà che adesso diventino più ciarlieri e soprattutto ascoltino il loro allenatore.


L. GARANZINI - LA STAMPA

A notte ormai alta comincia male il trittico di finali europee. Mourinho si era giustamente affidato in partenza al sinistro di Dybala. Che ha ricambiato in pieno, firmando alla sua maniera il gol del vantaggio, vanificato poi in avvio di ripresa da una sfortunata autorete di Mancini. Ha giocato di più il Siviglia, come da copione, ma ha avuto più occasioni la Roma. [...]

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