L’ennesima vigilia silenziosa di Mourinho si sposa con quella prolungata dei Friedkin. Ormai, quello che doveva dire, José lo ha detto. Non ha invece ascoltato quanto si aspettava. Nella settimana che lo porterà nel pomeriggio a incrociare un passato mai dimenticato e giovedì ad affrontare nuovamente un avversario tedesco sa di giocarsi molto. Probabilmente più per il suo ego che per garantirsi un futuro nella Roma. È lui, anzi, a dover garantire un domani più agevole alla squadra che guida. Perché qualificarsi o meno alla prossima Champions, fa/farebbe tutta la differenza del mondo. Con o senza di lui.
Mou si è chiuso nel suo fortino romano e insieme alla squadra ha dormito al Fulvio Bernardini per preparare al meglio una di quelle che da sempre sono le sue partite. Quelle da dentro o fuori.
Si presenta all’appuntamento con mezza squadra ancora in infermeria. Anche oggi, probabilmente porterà tutti in panchina, ma insieme ai big si vedranno anche i volti bambini di Missori, Louakima, Majchrzak e Keramitsis, oltre a quelli più conosciuti di Tahirovic e Volpato. Soltanto Dybala e Belotti sembrano avere qualche chance di entrare in corsa (più il Gallo che la Joya) e giocare qualche minuto, propedeutico poi alla sfida con il Leverkusen. La formazione è fatta: Rui Patricio in porta; linea a tre che vedrà Cristante confermato nel pacchetto difensivo tra Mancini e Ibañez, mediana con Zalewski e Spinazzola esterni e il rientrante Matic più Bove in mezzo; in avanti Pellegrini e Solbakken dietro a Abraham.
La Roma non supera l’Inter all’Olimpico dal 2016 ma ha vinto il match dell’andata a San Siro per 2-1. Nonostante in stagione Mou abbia invertito in parte il trend negativo contro le big (4 punti con la Juve, 2 col Milan, già 3 con l’Inter), i giallorossi, considerando le sfide tra le squadre attualmente nelle prime sette posizioni in classifica, sono quelli che hanno ottenuto meno punti (nove), segnato meno reti (nove) e perso più volte (sei). Oltre all’ennesimo sold-out dell’Olimpico a fare il tifo per i ragazzi di Mou ci saranno anche i protagonisti del secondo scudetto, quello indimenticabile del 1983.
(Il Messaggero)