Mou, prove di addio

05/05/2023 alle 08:16.
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Ai tempi di Viola, parlava Viola. Nell'era Sensi ci pensava in prima persona Sensi. Poi toccò a Zeman. Quando arrivò , che iniziò le manovre di avvicinamento alla in Lega e provò ad attenuare quanto accaduto in -Roma 3-2 del 2014, scese in campo . Ora è il turno di Mourinho. Solo, più che mai. Attaccato dai più (ultimo della serie Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori), sopportato da molti, supportato da pochi. Anzi, a livello mediatico da nessuno in società. E José, l'altra sera, in uno dei suoi celebri post-gara, non l'ha nascosto. (...) Al di là della volontà di spostare l'attenzione sulla quale si potrà dibattere sino all'infinito, l'affondo nei confronti della proprietà e della dirigenza è di quelli che fa rumore. In primis perché non è la prima volta. Era già accaduto nel post-Atalanta quando il portoghese aveva rimarcato come «non siamo poderosi né individualmente né come struttura di club per mettere pressione come ho visto fare ieri senza nessun tipo di conseguenze». Senza contare poi le stilettate sulla rosa inadeguata. (...) Ok, il punto di vista di José è chiaro. Meno quello del club. Da tempo la Roma ha adottato a livello ufficiale una linea silente. Ufficiosamente, invece, qualcosa trapela. Ed in primis che l'uscita di Mou va annoverata come un punto di vista dell'allenatore. Legittimo, per carità, ma perso-nale e figlio del momento e dei risultati. Del resto - si fa notare - soltanto due settimane fa, lo stesso tecnico aveva sottolineato come il rapporto con proprietà e dirigenza fosse ottimo. Non c'è quindi stupore all'indomani di questo nuovo j'accuse che viene interpretato come una volontà di puntare il dito sull'atteggiamento degli altri club. Il tutto, secondo Trigoria, rientra nel gioco delle parti. Allineati, dunque. Fino a quando? Di certo la mancata risposta alla volontà di mettersi seduti a tavolino per programmare la prossima stagione continua ad essere un tarlo fastidioso. (...)

(Il Messaggero