E trenta, magari stavolta gli daranno anche la lode, visto che le ultime due sono consecutive. Budapest, 31 maggio, José Mourinho si gioca la finale numero 30 della sua carriera: 17 vinte, 12 perse. Finali, non solo europee, chiaro. Ma la finale è finale, è il termine di un percorso, il bivio conclusivo. Trenta sono tante, la maggior parte sono finite con un trionfo, specie quelle europee, non le "finalissime" (Super-coppa europea), queste meglio lasciarle stare. Ma se parliamo di Coppa Uefa, Champions, di Europa League, di Confernce League, lo Special ha sempre fatto centro. Fine del percorso: vittoria. Tre coppe diverse messe in cassaforte, due Champions con Porto e Inter, una Coppa Uefa sempre con il Porto, una Europa League con il Manchester United e una Conference con la Roma. Coppe che Mou ha tatuate sulla pelle, compresa l'ultima, quella alzata a Tirana, lo ricordiamo ancora oggi, lui con quel cinque ben sventolato al cielo. Unico, special. Applausi. […] Mou ci riprova. Per la sesta volta. Le finalissime non fanno per lui, ma non è questo il caso: le Supercoppe europee le ha lasciate al Milan (29 agosto 2003, 1-0 rete di Sheva), al Bayern Monaco (30 agosto 2013, 7-6 dopo i calci di rigore) e al Madrid (8 agosto 2017, Casemiro, Isco e per lo United, Lukaku). Ma questa, lo ribadiamo, finalissima non lo è. E' solo una finale. O un finale (con la Roma), il suo.
(Il Messaggero)