Ormai il pallone in tv, più che un affare di mercato, è una disputa filosofica sul concetto di esclusiva: che i Garanti del nostro Paese combattono in nome della concorrenza, e il calcio rivendica per massimizzare i ricavi. Una guerra sottotraccia, pronta a deflagrare col nuovo bando del campionato: la partita più importante per la Serie A, che sul miliardo a stagione delle paytv si gioca la sopravvivenza. Mentre i tifosi aspettano di sapere dove vedere le partite nei prossimi 3 o addirittura 5 anni, tra la nostalgia per Sky, la prospettiva di rassegnarsi a Dazn o chissà quale diavoleria. Mercoledì sera la semifinale d'andata di Champions, Milan-Inter, grande esclusiva Prime Video, di esclusivo avrà ben poco visto: sarà visibile a tutti anche su Tv8, perché Amazon è stata costretta a cederla in chiaro dall'Agcom, secondo cui semifinali e finali di coppa fanno parte di una lista, di eventi che devono essere as-sicurati gratuitamente all'80% della popolazione. (...) E lo stesso accadrà per l'Europa League, che Sky ha passato alla tv di Stato. (...) Il 16 maggio intanto dovrebbero essere approvati i pacchetti peri Diritti tv e il Fatto è in grado di anticiparli. Per ora dicono tutto e niente, perché la Lega calcio si è tenuta aperta ogni possibilità. Otto pacchetti, declinati su 3, 4 o 5 anni, quindi addirittura 24 opzioni. C'è l'offerta per piattaforma, con una co-esclusiva totale (10 match, tutti sia su Sky sul satellite che su Dazn in streaming, ad esempio) o quasi (9 a testa, più una gara altrove, magari in chiaro). C'è infatti la grande novità del calcio "free": sarebbe il secondo big match di giornata, tutti i sabati sera. È presente nei diversi pacchetti che prevedono un doppio aggiudicatore: 9 partite da una parte e 1 dall'altra, oppure 8-2 o 7-3. Queste proposte sono rivolte alle tv generaliste o alla stessa Amazon, a chi vuole investire sull'evento singolo (pay o chiaro). Ma comportano anche il rischio di un doppio abbonamento, nell'ipotesi che ad aggiudicarsi il pacchetto minore sia Sky. Ancora, c'è la formula attuale del "10 + 3", che lascerebbe la situazione invariata. A questo poi si aggiunge la sacrosanta collettivizzazione dei diritti d'archivio. L'asticella è fissata altissima (fino a quota 1,3 miliardi), ma è la base per aprire le trattative private. (...)
(Il Fatto Quotidiano)