José, molto più di un allenatore

13/05/2023 alle 09:03.
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Més que un entrenadorPiù di un allenatore. [...] José è tecnico, mental coach, manager, frontman. È solista e uomo squadra, esclusivo e popolare, quiete e tempesta, essenziale nell'essere verboso. È la vittoria e la vittoria, perché chi tifa Mou non perde mai. Roma vive in un incantesimo, da più di due anni, da quando José ha preso per mano i giallorossi, immalinconiti dalla esagerata normalità di Fonseca [...]. Paulo è solo un tecnico, Mou è mes. Roma ha ritrovato l'orgoglio, ha riconosciuto la luce. La Roma è Mourinho, è tornata "special".

Non è semplice inventare calcio - come sostiene lui - "senza calciatori", con una rosa ridotta all'osso, esaurita nelle gambe. [...] Empatia, famiglia, cuore, la trinità mourinhana, servita al posto della tecnica, dell'estetica, del calcio stellare. La Roma oggi è esattamente come lui: arrogante e delicata. Sa sbriciolarsi davanti a una Cremonese qualsiasi e impennarsi quando ascolta la musica che ti accoglie in Europa. [...]

José ha vinto senza i suoi artisti, Dybala e Smalling, creando gli alter ego e la differenza non si è notata. Cristante si è "abbassato" per amore della patria, BelottiAbraham sembravano due mediani, Bove - dopo Zalewski - è l'accademico preso per mano dal suo prof Mourinho [...].

Non c'è il talento? Si punta su altro: la testa. [...] Tutti oltre i propri limiti, mai nascosti da quell'uomo venuto da Setubal [...]. La Roma non gioca bene? Un intero popolo grida il proprio "chissene" davanti alle ultime prestazioni europee, che come le vive lui non le vive nessuno. [...] È una Roma scomposta, ma affascinante.

[...] La Roma giallorossa è innamorata di Mourinho, come lo sono Bove, Pellegrini, Cristante, tutti, anche quei ragazzi che non giocano quasi mai, e quei "bambini", affacciati da pochi istanti sul meraviglioso mondo di José. Questo è Mou, che quando va via si porta dietro il tesoro. Di sentimenti. E il vero vuoto sarà proprio quello. Ha capito che per lasciare Roma ci vuole tanto coraggio.

(Alessandro Angeloni - Il Messaggero)