Una questione di feeling. Il feeling, che a Paulo Dybala, in questo periodo è un po’ mancato. Il feeling con il campo, con la palla. Con la sua caviglia, “uccisa” da un colpo maldestro di Palomino lo scorso 24 aprile a Bergamo. Una botta e la Joya si è spenta. (...) Mou lo ha assecondato. Non lo ha stressato, chiedendogli troppi sforzi supplementari in questo ultimo mese: lo ha mandato in campo solo per 19 minuti contro l’Inter e 13 nella semifinale di andata contro il Leverkusen. (...) E’ chiaro come l’argentino non abbia i novanta minuti nelle gambe e per questo deve cominciare a giocare, perché da qui al 31 mancheranno solo nove giorni, con due occasioni di campionato per allenarsi: oggi con la Salernitana, e poi a Firenze con la Viola. (...) Mou vuole e deve gestirlo ed è impensabile vederlo per novanta minuti nei due appuntamenti prima della finale di Budapest: oggi un po’ e sabato al Franchi ancora un altro po’, appunto per fargli ritrovare il feeling con la palla e con i compagni. Perché con il Siviglia ci saranno 90 minuti – o anche di più – intensi. Paulo in teoria poteva cominciare il suo percorso di recupero anche prima, ma Mourinho non lo ha voluto rischiare perché in testa aveva solo l’obiettivo di andare in finale e di giocarsela con i migliori. (...) Paulo ha bisogno di giocare e la Roma di vincere senza correre rischi. Mou ormai sa perfettamente come quando può tirare la corda con il fuoriclasse argentino, vista la stagione tormentata che ha dovuto vivere. Dybala aveva saltato, prima dell’infortunio alla caviglia subito a Bergamo, otto partite di campionato e tre di Europa League per infortuni muscolari. Ma la stagione, ora, volge al termine e Dybala serve più che mai sano. Almeno per una notte, quella li.
(Il Messaggero)