Il dolore c'è. L'apprensione pure. Il pestone di Palomino a Dybala rischia di rovinare i piani di Mourinho. Che da inizio stagione sta dosando con il bilancino il suo Paolino. E lo stava facendo anche a Bergamo. Ma la papera di Rui Patricio e il piede a martello del connazionale hanno guastato i piani. Non solo quelli contro l'Atalanta ma rischiano di essere rimessi in discussione anche quelli delle prossime partite. Sabato il Milan, mercoledì il Monza, poi sabato 6 l'Inter prima della semifinale d'andata contro il Bayer Leverkusen.
Affrontare questo tour de force con «un muscolo che lo morde» (cit. Josè) e una caviglia che, a seguito del colpo subito e della conseguente distorsione, anche ieri era molto dolorante, non è il massimo. Ieri Paulo ha iniziato a svolgere dei trattamenti fisioterapici a Trigoria e oggi svolgerà l'esame strumentale decisivo. La rincorsa per sabato appare però in salita. Bisognerà valutare insieme, confrontandosi con il ragazzo che sabato vuole esserci.
Tuttavia non si può rischiare. Perché privata di uno dei suoi punti cardinali (Smalling), Mou non si può permettere di perdere per strada anche Paulo. Non resta che fidarsi di José che l'argentino, in un'intervista rilasciata a Dazn, vede bene nei panni di «un buon giocatore di scacchi. Lui è molto bravo quando parla e quando vuole entrare dentro qualcuno. Ho sentito con lui un feeling speciale. Insieme vogliamo il meglio per la gente. È molto sincero e bravo a preparare le partite. Quasi tutte le cose che ti dice poi in campo succedono».
Oltre ad Aldair - come asserito scherzosamente l'altra sera - gli farebbe comodo anche Totti che proprio Dybala ha già dichiarato di voler incontrare: «Il numero 10 della Roma sarà sempre di Francesco.Mai dire mai, ovviamente sarebbe una responsabilità unica».
(Il Messaggero)