Mou si è detto felice di essere a Roma, di sentire la vicinanza dei tifosi, del feeling con i suoi calciatori. E "l'effetto (continuo) Mourinho" si propaga in città e lo si nota dalle massicce presenze allo stadio, dalla smisurata voglia di Roma, che manda ogni giorno i tifosi in fila per i biglietti, stavolta è il turno del Leverkusen, tutti vogliono esserci in questa semifinale, qui e alla BayArena. Mourinho piace perché non sbaglia una dichiarazione, perché intona i cori della Roma con i tifosi e piace perché ha riportato la possibilità di vincere. Piace anche perché, lontano dalle telecamere, prende di petto il collega rivale del Feyenoord, Arne Slot, e gli ricorda di portare «rispetto, guardi il Napoli, ma dovresti guardare noi. Rispetto!». Mou è tecnico e condottiero, uno straordinario capopopolo.
Vincere non è l'unica cosa che conta, ma aiuta. E da queste parti si comincia a prendere gusto. Avere Mou significa arrivare in fondo (la Conference) o quanto meno pensare di poterlo fare (l'Europa League). Ed ecco perché tutti lo vogliono qui, ancora a lungo. Ma lui, tra una frustrazione e l'altra, un po' ci pensa: in fondo, anche qui si può fare calcio ad alti livelli.
Il suo legame con la Roma termina ufficialmente nel 2024, a fine stagione si tirerà una riga e si saprà se nello Special vincerà la frustrazione o se si farà travolgere dall'entusiasmo della proprietà e della gente. Ad ora, l'obiettivo è tornare in Champions e oltre alla strada del campionato c'è pure l'occasione che passa dall'Europa League. La possibilità di giocare un'altra finale europea, la sua seconda di fila, la quarta per la Roma negli ultimi sei anni è concreta. E Mou sul tema Europa è un grande esperto. Quella con il Leverkusen sarà la sua dodicesima semifinale, otto di Champions, due di Europa League, una di Conference e una di Coppa Uefa. Sono ventisei i titoli ottenuti complessivamente, nelle sue varie esperienze in giro per l'Europa.
In questa ultima fase di Europa League, Mou si trova con tre squadre che arrivano dalla Champions. Battere uno degli "squali falliti" (così lo Special ha definito le retrocesse) è la prossima missione. Per il titulo numero 27. «Sono felice a Roma, non posso nasconderlo. Qualche volta ho le mie frustrazioni, a volte penso ad ambizioni diverse però vediamo». Vediamo, sì.
(Il Messaggero)