IL TEMPO (T. CARMELLINI) - L'Atalanta quest’anno resta un tabù, anzi una vera e propria maledizione. Dopo lo 0-1 dell’andata all’Olimpico a settembre scorso, ai giallorossi non va meglio a Bergamo. La squadra Gasperini fa il minimo indispensabile: due tiri in porta e due gol e un regalo grosso così di Rui Patricio che avrebbe tagliato le gambe a chiunque.
A Bergamo si concretizza l’ennesima tragedia e non certo per la sconfitta (che su questo campo contro l’Atalanta ci può anche stare), ma per come si è concretizzata e soprattutto per l’ennesima carneficina (di infortuni). Mourinho già senza Smalling e Wijnaldum, perde anche Llorente e Dybala: il primo lascia il campo anzitempo, l’argentino finisce che nemmeno può poggiare il piede in terra (i tifosi romanisti ringraziano Palomino). Il tutto in un finale nel quale si concentrala stagione giallorossa, perché per i primi settantatre minuti di gioco non era successo nulla: anzi sì... due tiri in porta e due gol dell’Atalanta bravissima a farmassimo bottino conil minimo sforzo.
Peccato, perché la Roma è rimasta in partita, ha provato a fare ugualmente la sua gara e ha avuto per lunghi tratti il pallino del gioco in mano. Ma la serata era già scritta. Il tabellino fin li era di una tristezza infinita per quella che doveva essere una partita di cartello, la degna chiusura della trentunesima giornata di campionato. Invece nulla, primo tempo con un solo tiro nello specchio della porta: al 38’ quando Pasalic raccoglie l’assist di Zapata e infila l’incolpevole Rui Patricio per l’1-0. Ripresa idem, il nulla assoluto fin quando Mourinho dà una scossa alla gara: quadruplo cambio. Dentro Dybala, Spinazzola, Matic ed El Shaarawy: perché se parti con Bove, Celik, Solbakken e Llorente (alla fine il meno peggio) qualche domanda te la devi pur fare. Va subito meglio ma arriva la doccia fredda: secondo tiro in porta dell’Atalanta e 2-0. Anche qui la Roma non si scompone e finalmente comincia a giocare il suo calcio, crese col passare dei minuti all’83’ e accorcia con Pellegrini bravo sfruttare il primo pallone toccato da Belotti in campo al posto della prefica Abraham. È la scintilla che serviva per rialzarsi dopo una serata da dimenticare, ma come la sfera torna dall’altra parte del campo Rui Patricio scrive la parola fine sulla serata romanista. La palla in copertura di Llorente gli sguscia dalle mani come una banana bagnata e Koopmeiners ringrazia. A quel punto sarebbe finita e il bilancio amaro sì, ma puramente calcistico. Poi invece ci si mette pure la sfiga e nei dieci minuti che restano Mourinho riesce pure a perdere Dybala e Llorente per infortunio.
E poi dice che è un allenatore fortunato... sarà! Non è certo il modo migliore per festeggiare la panchina numero cento in giallorosso: la lista dell’infermeria si allunga e la stagione stringe. Si mette male e il portoghese lo sa, ora serve davvero un miracolo perché sabato prossimo all’Olimpico arriva il Milan e sarà un’altra partita da non poter sbagliare. Uno scontro diretto tra le due squadre al momento quarte a parti punto, con l’Atalanta che accorcia e l’Europa che continua a restare una priorità. Ma nulla è perduto... ancora!