Cento di questi Mou. Dopo la sconfitta di Bergamo potrebbe sembrare inopportuno celebrare le cento panchine romaniste dello Special One, ma noi per quel senso da bastian contrario che ci ha sempre fatto da stimolante compagnia, lo vogliamo fare proprio perché la centesima è stata una sconfitta.
E lo vogliamo fare non tanto per i numeri che il tecnico ha messo insieme fin qui. Numeri che dicono 53 vittorie, 19 pareggi, 28 sconfitte con quella ai confini della realtà di Bergamo, 40 di queste partite concluse senza subire gol [...]. Numeri che certificano una media ogni novanta minuti inferiore ai due punti che non sono certo Special e che probabilmente sarebbero stati di più se nella prima stagione le direzioni arbitrali fossero state un po’ più attente (eufemismo) e se, in questa, gli infortuni non avessero fatto saltare subito la Roma che si era pensato di costruire [...].
Vogliamo sottolineare la rivoluzione tendente alla mutazione che Mou ha portato a Trigoria, nel cuore e nell’anima di un ambiente che da troppo tempo era in attesa di avere un Grande Capo in grado di dire “seguitemi e non ve ne pentirete”. A Roma nessuno se ne è pentito. Anzi. Nella Capitale non c’è mai stato un allenatore amato come il guru portoghese.
Lo è stato sin dal primo giorno, da quel quattro maggio di due anni fa quando uno stringato comunicato annunciò al mondo, tra lo stupore generale, il ricco ingaggio per tre anni del portoghese, esonerato dal Tottenham poche settimane prima. E sottolineiamo mondo perché la rivoluzione-mutazione è cominciata proprio da qui, dal senso planetario che il nome di Mourinho garantisce [...]. E questo vuole dire garantire alla Roma quell’internazionalità che si sta cercando di acquisire con la proprietà born in the Usa [...]. C’è un carisma che da queste parti ha trovato migliaia di discepoli pronti a buttarsi nel fuoco per il portoghese. Perché Mou non ha allenato soltanto la squadra, ma l’intero ambiente [...].
Il risultato, tra le cento panchine, è che c’è stata anche quella di Tirana con la Conference vinta, ci saranno le prossime semifinali di Europa League contro il Bayer Leverkusen, i trenta sold out dell’Olimpico con una tifoseria tornata al concetto “la Roma non si discute, si ama”. Come Mourinho.
(Piero Torri - La Repubblica)