Olimpico, casa. Casa, punti. Punti, Champions. Oggi c’è il Sassuolo, lo stadio è di nuovo sold out: serve una vittoria, e basta. L’occasione è d’oro. C’è tanto di Mourinho in questi “pienoni olimpici”: lui, che sa fare l’allenatore e il condottiero, lui che sa vincere anche quando perde. Lui che piace a tutti. Stavolta, contro il Sassuolo, José non c’è su quella panchina (ci sarà il vice Foti) che si affaccia verso la Sud, sarà più facilmente nel pullman della squadra: il ricorso presentato dalla Roma non è servito, lo Special lo rivedremo dopo la sosta. La gente è con lui. Uno stadio intero dalla sua parte e quella della Roma. [...]Di sicuro tutti i 64 mila saranno al fianco del tecnico, considerato vittima di un’ingiustizia dopo il caso Serra. “Con lui anche in guerra”, si scriveva sui social commentando l’immagine di lui che fa il gesto delle manette. Anche la Curva è con lui, pronta a intervenire e modo suo, con cori, magari con uno striscione mirato. L’Olimpico è stato già palcoscenico di proteste di questo tipo. Storica la panolada del 2001, durante la partita contro il Perugia, il 14 aprile. Tutti con Franco Sensi, in quel caso, coinvolto in “passaportopoli” e in altri veleni politico-arbitrali (l’accusato arbitro di turno era Bolognino). Andando più indietro, anno 1998, era il periodo del “bersagliamento” del palazzo – era la teoria del club – nei confronti della Roma di Zeman [...]
(Il Messaggero)