C’è una squadra là dietro, che cresce. Cresce, e pure da un pezzo, Eln Shaarawy, cresce Kumbulla. Contro la Real Sociedad decidono loro e un pezzo di quarto di finale di Europa League la Roma lo mette in tasca, anche se il ritorno a San Sebastian - a tre giorni dal derby - non sarà una passeggiata di salute. Mourinho ora, oltre ad aver ridato un’anima alla squadra, ha ritrovato pure una rosa larga, non soltanto di bambini. [...] La Roma ha trovato la sua dimensione, non è certo una squadra spettacolare, non è frizzante. E’ squadra, punto. Si è visto contro i baschi lo stesso spartito eseguito contro la Juventus, ma stavolta Rui Patricio si è sporcato le mani davvero poco. Solo un paio di volte la Roma ha rischiato di cadere. Nell’undici iniziale c’è Llorente, che non si deve dannare: fa il compitino e poi si fa male (adduttori). Il primo gol è la sintesi di cosa è la Roma in questo momento: ti aggredisce, ti ferma e riparte in verticale. Il secondo gol invece è la sintesi di cosa è la Roma da quando c’è Mou: micidiale da palla inattiva. Gol numero 19 da calcio da fermo. Paulo non è nella serata giusta ma entra nel primo e propizia il secondo gol; Abraham non calcia in porta ma si dà da fare e crea l’assist per ElSha. Domenica c’è il Sassuolo e Mou ora può permettersi di far girare qualche giocatore, che prima non vedeva o non aveva. Chissà se questo gli basterà per credere ancora nella Roma. Perché una cosa è certa: Roma crede in lui.
(Il Messaggero)