CORSPORT - Fabio Capello, ex allenatore (tra le altre) della Roma scudettata del 2001, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano romano, soffermandosi sulla lotta Champions e anche sulle prospettive stagionali dei giallorossi. Queste le sue parole.
Romane e milanesi, 4 squadre in 4 punti Capello, la favorita?
«L’Inter è sempre stata la mia favorita per la vittoria del campionato. Quindi la metto davanti. Sulle altre c'è lotta. Mi sembra che facciano la gara a chi è più discontinua».
A Roma va di moda il dibattito tra il gioco di Sarri e l'efficacia di Mou.
«Non mi tirate dentro la lotta tra giochisti e risultatisti. Nel calcio ha ragione chi fa i risultati. Sarri e Mourinho hanno ragione, entrambi».
Ci dica però chi è più forte tra Lazio e Roma?
«Venerdì sera avrei detto Lazio, visto il successo di Napoli. Ieri avrei detto Roma. Le metto alla pari. La Roma è un osso durissimo, ti morde. La Lazio è tatticamente ineccepibile. In questo momento la forza di entrambe è la difesa. Roma e Lazio difendono meglio delle milanesi e continuo a pensare che questa sia la strada giusta per andare in Champions».
Roma-Juve le è piaciuta?
«Molto. Anche se l'ha decisa un tiraccio. Bellissimo, per carità, ma pur sempre un tiraccio. Il risultato giusto sarebbe stato il pari».
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Corsa Champions impossibile se non ridanno a Max 15 punti?
«All'Olimpico si è giocato molto, forse tutto. Ora diventa una maratona più che una corsa. La vedo durissima».
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E gli arbitri sono all'altezza del campionato?
«Ne vogliamo proprio parlare?».
«In nessun posto hanno il cartellino facile come in Italia». Parole sue, che Mourinho condividerebbe.
«E lo confermo. Ha visto Liverpool-United? Se ci fosse stato un arbitro italiano sarebbe finita con 140 cartellini. E non sto esagerando. Ogni contrasto da noi è fallo. A un certo punto Bruno Fernandes è caduto per terra e l'hanno fischiato pure i suoi tifosi».
Nei primi 25 posti della classiftca marcatori solo 3 italiani: Immobile, Zaccagni e Orsolini. Che segnale è?
«Pessimo. E il futuro sarà peggio: non si vede un attaccante italiano all'orizzonte. Non giocano nelle squadre di vertice, a parte Immobile».
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Nelle coppe però 7 squadre su 7 sono in corsa per i quarti. Chi può arrivare in fondo?
«In Europa League e in Conference possiamo toglierci delle soddisfazioni, mentre temo che la Champions sia ancora di un altro pianeta per le italiane».
Ogni turno di campionato giocano titolari tra i 45 e 55 italiani. Dopo Italia-Macedonia non si doveva fare la rivoluzione?
«Il ct non fa più il selezionatore, ma si deve accontentare di quello che ha. Rivoluzione? Questo è il Paese delle rivoluzioni a parole».