Nello spogliatoio di Trigoria il nome e la foto di Nicolò Zaniolo sono scomparsi dall'armadietto che occupava da quattro anni. Un passo ulteriore, dopo che da sabato gli era stato chiesto di allearsi da solo, in pratica messo fuori rosa. Ora è lui a provare a ricomporre la frattura tramite una lettera all'Ansa, in cui è tornato anche sul caso di aggressione che aveva affrontato già con l'Assocalciatori. È stato contattato dal sindacato che gli ha offerto supporto totale, come sempre in casi analoghi.
Come si è arrivati a questo livello di tensione? Quando in estate era d'accordo col Tottenham, la Roma rifiutò un prestito con obbligo a 40 milioni più altri 10 milioni di contropartite: "ci servi, resti, a settembre facciamo il nuovo contratto", gli promisero i dirigenti e ribadì Tiago Pinto pubblicamente. Non è successo e i discorsi sul rinnovo si sono arenati, senza nemmeno partorire un'offerta reale. A gennaio Tottenham si è fatto di nuovo avanti e l'agente Vigorelli era convinto si potesse definire l'affare in prestito ma la Roma non ha accettato a quelle condizioni. Già nervoso per il mancato rinnovo, Zaniolo è esploso e ha chiesto di essere venduto. Alla fine aveva accettato il Bournemouth, con clausola per liberarsi in caso di retrocessione, salvo poi scoprire che gli accordi non erano chiusi e che al club inglese avevano preso altri programmi. C'è stato un sondaggio in extremis del Milan, ma era tardi per la Roma per trovare un sostituto.
(repubblica.it)