IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Beffa finale! E ora sarà tutta in salita nel ritorno di Europa League in programma giovedì all'Olimpico. Una buona Roma torna sconfitta dall'Austria, castigata nel finale da un Salisburgo che fin li non aveva mai fatto paura. Ma il calcio è così, se non fai male ti fanno male e la lezione è sempre la stessa. La Roma produce, crea diverse occasioni da gol, un paio davvero clamorose (Abraham nel finale del primo tempo e Belotti nella ripresa: traversa dolorosa alla quale va aggiunto un palo di Cristante migliore dei suoi), ma non riesce mai a far breccia sulla difesa avversaria che si ritrova anche un portiere in gran serata. Gli oltre duemila tifosi romanisti arrivati lassù, tornano a casa delusi ma sperano di potersi rifare nella sfida di ritorno in programma tra una settimana nello stadio amico: perché nell'ottica dei 180 minuti c'è ancora tutto da decidere. Mourinho non ha giocato al risparmio, perché come più volte fatto intendere, non se lo può permettere e continuano a giocare sempre gli stessi. Dentro i soliti compreso Dybala che all'intervallo ha chiesto il cambio facendo addensare nubi sulla sua presenza nella sfida di domenica, sempre all'Olimpico contro il Verona. Lo stesso Mourinho a fine gara non si sblilancia sulle condizioni dell'argentino che è ormai un punto di riferimento imprescindibile dell'attacco giallorosso. Si parla di «affaticamento» ma solo gli esami diranno la verità. E averlo o no in questa fase della stagione può fare tuffa la differenza del mondo, perché à tua ha anche un altro fronte aperto al quale tiene molto: il campionato con una lotta Champions sta entrando nel vivo. I giallorossi ci credono eccome e sarebbe sbagliato non farlo con quattro squadre in due punti e tante giornate ancora da disputare. Gli austriaci invece, che nel torneo nazionale viaggiano in testa staccati sulla seconda, potranno tirare un sospiro di sollievo e far riposare i migliori in vista del match di ritorno che per loro sarà la partita della vita. Troveranno un Olimpico per l'ennesima volta sold out e tanta voglia di andare avanti perché il meraviglioso viaggio in Europa della scorsa stagione è entrato ormai nel sangue della tifoseria che non si accontenta. Ma prima il Verona e sarà tutt'altro che una passeggiata perché quando hai tante cose in ballo vai in campo con mille cose nella testa gli altri lo sanno eccome. Anche il Verona verrà nella Capitale per giocare una partita all'ultimo sangue, la sua classifica non le concede al-tra possibilità: la salvezza è a portata di mano ma ancora non raggiunta. Anzi. Però poi la differenza, una volta in campo, la fanno sempre i calciatori e la Roma in questo senso è una spanna al di sopra tanto del Verona quanto del Salisburgo: basta dimostrarlo altrimenti... restano chiacchiere da bar.