«Non sembravano neppure tifosi ma black bloc. Avevano le felpe indosso e i cappucci tirati sulla testa, con le facce torve di chi già prepara l'assalto, niente a che fare con quelli che hanno la maglietta della loro squadra». E il racconto di un addetto all'autogrill di Badia al Pino est, teatro della battaglia di strada fra ultrà napoletani e romanisti, poi degenerata negli scontri direttamente in corsia Nord, fra le vetture di passaggio, prima che la polizia stradale riuscisse a chiudere quel tratto di A1 per sedare gli scontri.
«Era quasi l'ora di pranzo, le 13 più o meno - riprende il suo racconto l'uomo dell’autogrill - e ci preparavamo al cambio di turno. Quelli del Napoli hanno parcheggiato i loro pulmini a ridosso delle pompe di benzina, davanti all'altro punto di ristoro, gestito direttamente dal distributore. Erano centinaia. Poi si sono lanciati verso la corsia di marcia. La mia netta impressione è che fosse tutto preparato. Un agguato».
«Hanno puntato alla rete che separa l'area di servizio dalle corsie di marcia - spiega un benzinaio - ci hanno fatto un buco e hanno cominciato la sassaiola contro i romanisti in transito su auto e pulmini». Una trappola, si, ma alla quale gli ultrà giallorossi hanno risposto subito: «Sono scesi e hanno cominciato anche loro a menare, rispondendo ai razzi coi razzi, ai petardi con i petardi, ai sassi con i sassi».
Il mucchio selvaggio in mezzo all'Ai1è durato per un bel po': «Da lontano vedevamo i bastoni e le sassate. Poi sono arrivati i poliziotti della celere. Hanno chiuso i due ingressi come in un imbuto e sono riusciti a isolare i napoletani dai romanisti. Una cosa da matti, ma ormai ci siamo abituati. Sembra quasi che qui si diano appuntamento gli ultrà di tutta Italia. E dire che pare ci fosse un patto per evitare scontri qui, in memoria di Sandri. Violato anche quello».
(Corsera)